Non sempre le persone dimostrano di essere irriconoscenti e insensibili a quello che ci circonda. E la storia di Kelly, che oggi vogliamo mostrarvi, è uno di quei racconti che apre il cuore e ci fa ben sperare sul senso di comunità.
“Dieci anni fa” – esordisce Kelly – “io e mio marito, con il nostro piccolo di 14 settimane, stavamo tornando a casa in macchina dopo essere stati dai miei suoceri. Stavamo ascoltando la musica alla radio e il sole stava tramontando. E’ tutto ciò che ricordo…”.
Da questo momento in poi, i ricordi di Kelly si fanno molto frazionati e, purtroppo, terribili. “La scena successiva che ho cercato di mettere a fuoco è un’immagine di una persona che si piegava verso di me con una catenina con una croce dorata, non ricordo il viso ma solo la croce… poi ricordo un’altra scena in cui mi trasportavano in elicottero e sentivo un rumore assordante sopra di me, mi avevano legata ad un lettino e vedevo sulla mia destra il mio minuscolo bambino che non piangeva, pallido, con tanti fili intorno”.
Con il successivo ricordo iniziano a formarsi delle valutazioni su quello che può essere accaduto. “La scena cambia di nuovo nella mia memoria e tutto inizia a muoversi veloce, le immagini sfuocate iniziano ad essere più chiare. Sentivo il freddo della notte che mi penetrava nel viso e poi ricordo un ascensore che mi portava da qualche parte, ricordo che mi faceva molto male l’addome. Una nuova immagine: sono in uno stanzino con una tenda come porta e sto aspettando. Per la prima volta mi ero resa conto di non avere ancora visto mio marito, nessuno ne aveva parlato, iniziai a chiedere di lui e pensai che stesse meglio di noi e fosse stato portato in un ospedale più vicino, in ambulanza“.
“Mia sorella e mia madre erano intanto erano arrivate e cercavano di pulirmi il sangue dal viso, un cappellano mi diede la notizia: “Avete avuto un brutto incidente e suo marito è morto all’istante a causa dell’impatto”.”. Una notizia terribile, accompagnata dal fatto che il bimbo era in terapia intensiva in un ospedale vicino: dopo qualche giorno, i medici formularono una terribile diagnosi: se anche il bimbo fosse riuscito a sopravvivere, non avrebbe mai più parlato o camminato, nè esprimersi in alcun modo.
Quindi, accadde qualcosa di inspiegabile. “Aiutata dal nostro pastore ho pregato e lodato il Signore e non ho mai avvertito in modo così tangibile la Sua presenza. Subito dopo, in ospedale, un’infermiera mi corse incontro. Dall’incidente in poi io avevo continuato a tirare il mio latte nella speranza che fosse servito a Eli e in ospedale lo tenevano refrigerato. L’infermiera mi disse: “Dov’eri? Eli ha già finito sette biberon e sta morendo di fame!” Corsi nella stanza e vidi che dal suo viso era anche sparita la ferita che aveva, un segno tangibile del miracolo!“.
Gli anni successivi furono tutt’altro che facili. Ma la donna ha voluto affrontarli con grande coraggio, traendone un insegnamento che vogliamo condividere con tutti voi:
Non possiamo evitare le tragedie, ma possiamo scegliere come reagire ad esse
Ebbene, dopo 10 anni Kelly ha scelto di raccogliere le testimonianze di persone che hanno avuto disavventure simili alle sue, ed ha voluto ringraziare l’equipe di medici che ha salvato lei e suo figlio. Molti sono stati emozionati e stupire dall’essere ringraziati in maniera così intensa per un gesto che viene fatto ogni giorno, e molti hanno dichiarato che non era mai successo di ricevere dei ringraziamenti così profondi…