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Sale iodato, ecco perché è utile assumerlo in gravidanza

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Le donne in gravidanza farebbero bene a parlare con il proprio medico della possibilità di sostituire il proprio ordinario sale con il sale iodato, visto e considerato che lo iodio – ricorda un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Lancet – è fondamentale per contribuire a un corretto sviluppo neurologico del feto.

Stando a quanto riportava il magazine NostroFiglio, a consigliarlo è anche Stefano Bianchi, primario del reparto di ostetricia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano e professore all’Università del capoluogo meneghino, secondo cui – appunto – “lo iodio è fondamentale per il giusto funzionamento della tiroide materna e per il corretto sviluppo della tiroide fetale. Gli ormoni tiroidei sono fondamentali per lo sviluppo neurologico del feto e in particolare nelle prime fasi dello sviluppo cerebrale”.

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Sempre secondo un’osservazione condotta dall’Università del Surrey, e recente oggetto di pubblicazione sulla rivista scientifica Lancet, le donne che stanno pianificando una gravidanza, o sono già entrate nella dolce attesa, dovrebbero assumere un quantitativo adeguato di iodio dagli alimenti, evitando tuttavia che i supplementi possano condurre in uno stato di sovradosaggio.

È sempre lo studio a ricordare, ad esempio, come uno stato di carenza di iodio possa provocare un rallentamento dello sviluppo mentale del nascituro, che perdura almeno fino ai dieci anni di vita. Secondo gli autori dello studio, infatti, “i bambini nati da donne con deficienza di iodio avevano una probabilità significativamente maggiore delle altre di avere punteggi inferiori alla media, e una volta scomposto il gruppo abbiamo verificato che minore era la concentrazione minori i punteggi medi ottenuti dai bambini”.

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La conclusione è arrivata dopo che i ricercatori dell’istituto universitario hanno analizzato le urine di oltre 1.000 future mamme, determinando la concentrazione di iodio e ripartendole secondo le indicazioni dell’Oms tra quelle con un valore ottimale, superiore a 150 microgrammi per grammo, e quelle con carenza, sotto questa soglia. Successivamente, i figli delle donne oggetto di indagine sono state sottoposte a test del quoziente intellettivo.

Già nel 2011 il Ministero della Salute aveva avviato una campagna di sensibilizzazione sul tema, ricordando come la riduzione dei disturbi da carenza alimentare di iodio è indicata come obiettivo primario per la salute pubblica dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dalla Food and Agricolture Organization (FAO).

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Ma cosa è lo iodio? E quali sono le dosi consigliate?

In un opuscolo recente, il Ministero segnalava come lo iodio è un minerale che contribuisce allo sviluppo e al funzionamento della ghiandola tiroidea. Lo iodio ha quindi un ruolo importante nel regolare la produzione di energia dell’organismo; favorisce la crescita e lo sviluppo, stimolando il metabolismo basale e aiutando l’organismo a bruciare il grasso in eccesso. L’acutezza mentale, la parola, la condizione di capelli, unghie, pelle e denti dipendono dal buon funzionamento della tiroide. Il corpo umano, normalmente, ne contiene dai 20 ai 50 mg. In alcuni particolari momenti della propria vita, come la gravidanza, è probabile che vi possano essere degli stadi di carenza, cui porre rimedio.

Il sale iodato va utilizzato come il normale sale da cucina e nelle stesse quantità. L’assunzione giornaliera di iodio consigliata è di 150 microgrammi per gli adulti, 175 microgrammi per le donne incinte e 200 microgrammi per le donne che allattano. Ricordare sempre che mangiare molto salato è dannoso per la salute e aumenta il rischio di contrarre patologie, e che prima di intraprendere qualsiasi cambiamento nella vostra dieta, è consigliabile ricorrere alla consulenza del vostro medico di fiducia.

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