Diverse volte sul nostro sito ci siamo occupati di video – vergogna: filmati che vengono girati dalle telecamere nascoste all’interno di strutture che – teoricamente – dovrebbero rappresentare degli ambienti protetti per i nostri figli, e che invece finiscono con il trasformarsi in vere e proprie trappole per la loro salute psico – fisica.
Ancora una volta, il filmato di oggi ha per oggetto quanto avvenuto all’interno di una scuola. Luogo di educazione, di formazione e di socializzazione, dove i nostri figli trascorrono dalle 4 alle 8 ore, e dove riteniamo che possano essere sufficientemente al sicuro.
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Nelle ore che i nostri bimbi trascorrono a scuola, riteniamo che le maestre siano in grado di accudirli, tutelarli e – naturalmente – educarli. Un compito difficile, cui spesso non sono attribuiti i giusti riconoscimenti, ma che fortunatamente può essere condotto da una lunga lista di professioniste che condividono con le mamme il bene dei propri bimbi.
Purtroppo, di fianco a insegnanti che con passione e dedizione svolgono il loro lavoro, vi sono altre persone che non sembrano voler approcciare con la stessa efficacia al ruolo.
In tal senso, recentemente è emersa una vicenda scandalosa all’interno di una scuola di una cittadina del Kentucky, dove una maestra ha trascinato violentemente un bimbo di soli 6 anni.
Secondo alcuni testimoni, il bambino era seduto vicino alla palestra e rifiutava di alzarsi. La maestra, dopo aver tentato ripetutamente di convincerlo, lo ha preso per un braccio e lo ha trascinato per un lungo corridoio fino ad un’aula. La scena è avvenuta sotto gli occhi dei compagni, di altro personale scolastico e di alcune insegnanti, che hanno domandato alla maestra sotto accusa se avesse bisogno di un aiuto.
Ashley Silas, questo il nome dell’insegnante, avrebbe tuttavia rifiutato qualsiasi supporto, senza chiedere nemmeno il sostegno delle altre maestre dell’asilo. L’insegnante si è poi giustificata affermando che il bimbo si divertiva nell’essere fatto scivolare lungo il corridoio. Altri testimoni affermano invece che il bimbo avrebbe chiesto aiuto, mostrando paura e disagio.
La vicenda ha inoltre ampi margini di complessità. Il padre ha detto che il bimbo soffre effettivamente di disturbi dell’attenzione che spesso lo conducono a comportamenti asociali e collaborativi. Naturalmente, questo non può giustificare un simile atteggiamento, anzi: è proprio nei confronti di bimbi che mostrano di avere qualche problema di comportamento, che occorrerebbe riporre il massimo sforzo e la massima capacità di educazione.
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Tutto qui? Non proprio. Perchè la maestra è stata licenziata ma il suo caso è stato rivisto in giudizio, con conseguente revoca del licenziamento. La pena è dunque stata ridotta a sole sette settimane di sospensione, con reintegro immediato all’interno del posto di lavoro. La ragione? Il suo comportamento è stato giudicato inappropriato, ma non pari a un vero e proprio abuso. Voi che ne pensate?