Salute e benessere

La secchezza vaginale: cause, diagnosi e rimedi

Come per molte altre patologie, anche in questo caso è fondamentale sapere quali possono essere le conseguenti ripercussioni che la menopausa può provocare sull’organismo femminile e quali possono essere i possibili rimedi per ridurre i disturbi legati a questo fenomeno.

Come e perché si manifesta la secchezza vaginale?

Come abbiamo già detto, la causa principale va ricercata nelle modificazioni ormonali che avvengono in questo delicato periodo. In particolar modo la riduzione considerevole degli estrogeni che segna l’epilogo dell’attività ovarica e quindi dell’ovulazione, provoca la cosiddetta “atrofia urogenitale”.

L’atrofia urogenitale viene accompagnata da sintomi chiari quali:

  • assottigliamento della mucosa che riveste il canale vaginale;
  • fastidioso prurito;
  • disturbi durante l’emissione di urina;
  •  variazioni della flora batterica e del Ph vaginale.

Inoltre questi sintomi si ripercuotono sulla vita privata della donna rendendo difficili e dolorosi i rapporti sessuali e una maggiore propensione a contrarre infezioni vaginali e alle vie urinarie.

Le donne che soffrono di secchezza vaginale, ma sono ancora in età fertile invece, devono ricercare le cause del problema su altri fronti come abitudini sbagliate, patologie particolari o utilizzo di farmaci.

Uno stile di vita poco sano quindi, in cui si fa largo uso di sigarette e alcool; la presenza di patologie come il diabete; un ritmo frenetico e stressante e l’utilizzo di farmaci ormonali come la pillola anticoncezionale, i farmaci antitumorali, antistaminici e antidepressivi, possono provocare questo fastidioso problema che influisce in modo decisivo sulla sessualità della donna.

Come si cura l’atrofia urogenitale?

La terapia varia in base alla stadiazione dell’atrofia stessa e la soluzione più idonea deve essere sempre prospettata dal medico curante.

A titolo meramente informativo, possiamo dire che per i casi più lievi sarà sufficiente arginare il problema utilizzando un buon fluido lubrificante che, applicato con una certa continuità, sarà il più valido alleato nel contrastare disturbi come la secchezza, i bruciori e le irritazioni vaginali.

Nei casi più gravi invece, il ginecologo prescriverà una cura a base di estrogeni finalizzata a riequilibrare i livelli ormonali. Esistono vari prodotti in commercio come: creme, anelli vaginali da sostituire una volta ogni novanta giorni, capsule intravaginali.

Un rimedio del tutto naturale invece è rappresentato dalla frequenza dei rapporti sessuali. Sembrerà strano ma da un recente studio è emerso proprio questo: incrementare la frequenza dei rapporti sessuali, contrasta la riduzione degli androgeni (ormoni che regolano il livello della libido femminile) e ciò consente di prevenire o ridurre sensibilmente i disturbi legati all’atrofia urogenitale.

Un occhio di riguardo infine deve essere prestato alla scelta del detergente intimo e della lingerie.

Per quanto riguarda il primo punto, in seguito alle mutazioni dell’ambiente vaginale, la scelta del detergente intimo dovrà ricadere su di un prodotto con un elevato tasso di acidità (almeno Ph 7). La biancheria intima invece dovrà essere in cotone 100% e preferibilmente bianca. Le tinte o i tessuti sintetici, infatti, potrebbero non lasciar traspirare la zona intima provocando infezioni e irritazioni vaginali.

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