Che molti comportamenti scorretti della mamma in gravidanza possano avere degli effetti negativi sul futuro bambino, come la predisposizione ad asma e allergie, l’obesità, o il rischio di malattie infettive, è risaputo. Ma c’è una nuova scoperta dei ricercatori del Baylor College of Medicine e della Rice University di Houston, per ora dimostrata solo sui topi, che riguarda l’esercizio fisico durante la gestazione: se un adulto è sportivo o ‘pantofolaio’ dipenderebbe anche da quanto esercizio ha fatto la mamma finché era incinta.
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“L’implicazione principale dello studio – spiega Robert Waterland, uno degli autori dello studio pubblicato dal Faseb Journal -, è che l’attività fisica della mamma probabilmente influenza la propensione all’esercizio della prole. Anche se molti pensano che questa caratteristica sia esclusivamente genetica, anche l’ambiente fetale ha un ruolo”.
Gli scienziati hanno studiato un gruppo di topi femmina geneticamente identici, permettendo loro di correre liberamente su delle ruote per una settimana e facendole poi accoppiare. A metà dei topi risultanti in gravidanza sono state bloccate le ruote, mentre l’altra metà è stata lasciata libera di fare esercizio, in media 10 chilometri a notte all’inizio della gestazione, mentre più avanti il ritmo è diminuito. Tra i figli dei due diversi gruppi non sono state notate molte differenze durante l’infanzia, ma in adolescenza quelli nati da mamme ‘in esercizio’ a loro volta percorrevano molta più strada sulle ruote.
Il meccanismo con cui si manifesta l’effetto, spiega ancora Waterland, non è chiaro, ma probabilmente implica la minore o maggiore ‘accensione’ di alcuni geni che predispongono al movimento causata dall’attività materna. Inoltre, il movimento fisico della mamma sarebbe anche in grado di influire sullo sviluppo cerebrale del feto.
L’attività fisica in gravidanza, che per gli esperti dovrebbe essere di almeno 30 minuti al giorno di esercizio moderato, è utile anche per evitare altri effetti negativi sul feto. Diverse ricerche, fra cui una coordinata dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Pisa, hanno trovato che i bimbi nati da mamme sovrappeso hanno una maggiore probabilità di avere problemi cardiaci, ictus o diabete tipo 2 per tutta la durata della vita.
Molto pesanti anche gli effetti di altri comportamenti sbagliati – come fumo o alcol – sul nascituro, che rischia di venire alla luce sottopeso o, nel caso dell’abuso di bevande alcoliche, con deficit cognitivi importanti. Anche l’assunzione di marijuana – ha documentato recentemente uno studio su BMJ Open – può influire sul peso alla nascita del nascituro. Fra i comportamenti virtuosi c’è, invece, la vaccinazione antinfluenzale in gravidanza, che riduce secondo Clinical Infectious Diseases del 51% il rischio di morte fetale dopo le 20 settimane.