Gravidanza

Sport in gravidanza, ecco le attività consigliate

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La gravidanza è un momento molto particolare della propria vita e, pertanto, occorre riporre la massima attenzione nei confronti di tale istante anche e soprattutto sul fronte delle attività sportive. Attività che, seppur non sono totalmente vietate, costituiscono altresì una motivazione di riflessione, valutando attentamente quali siano le ripercussioni di ciascun esercizio sul proprio benessere e su quello del nascituro.

Secondo quanto ricordato in un lungo approfondimento dagli specialisti di Humanitas, ad esempio, durante la gravidanza il corpo delle donne cambia in maniera radicale. “L’apparato cardiocircolatorio si adatta in modo da soddisfare efficacemente le necessità fetali e placentari d’ossigeno e nutrienti: in pratica si verifica il volume del sangue aumenta rapidamente per soddisfare questo bisogno; il cuore risponde all’aumento della massa circolante con quella che definiamo un’ipertrofia, venendo così ad assomigliare al cuore di un atleta allenato; la gittata cardiaca aumenta progressivamente a partire dalla fine del primo trimestre di gravidanza e per tutto il secondo trimestre fino a che, alla 32ma settimana, il volume risulta aumentato addirittura del 30-50 per cento” – ricordavano gli esperti di Humanitas. Tutto ciò può comportare una serie di conseguenze come l’aumento della frequenza e della gittata cardiaca, con conseguente tachicardia e il senso di stanchezza della gestante.

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Alla luce di quanto sopra, ne consegue che l’attività fisica non può che essere moderata, e deve essere ricondotta in totale sospensione quando vi sia una minaccia d’aborto o di parto prematuro. In queste delicatissime condizioni, infatti, anche il solo camminare dopo la 16ma settimana di gestazione può determinare contrazioni uterine. Se non ci sono invece dei pregiudizi in vista, è possibile (e, anzi, consigliabile) procedere a delle sane camminate dopo la 38ma settimana, poiché favoriscono con la distensione del segmento uterino inferiore e la preparazione del collo dell’utero. L’ideale sarebbe comunque praticare, con moderazione, il nuoto, generalmente ritenuta come l’attività sportiva migliore.

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Attenzione infine all’ultima fase della gravidanza, quando il cuore “lavora” di più, e il peso è maggiorato a causa del pancione. “L’aumento di massa corporea rappresenta un sovraccarico progressivo nel caso di attività fisiche come camminare, correre o salire le scale. La capacità di muoversi della donna si riduce e si verifica un cambiamento nel centro di gravità corporeo, con un’accentuazione della lordosi e uno sbilanciamento in avanti. Questa situazione, associata al rilassamento dei tessuti e a una maggiore debolezza delle articolazioni, espone al rischio di traumi. Si raccomanda, dunque, di portare scarpe basse e senza tacco” – ricordavano gli esperti di Humanitas.

In una simile condizione, un’attività fisica eccessiva da parte della madre potrebbe consumare troppo ossigeno e nutrimento, causando una riduzione dell’afflusso di sangue alla placenta, un ridotto apporto di glucosio al feto oppure una situazione di ipertermia fetale. Di qui, il suggerimento di un’attività fisica a bassa intensità e di tipo aerobico, come le passeggiate, il nuoto, la ginnastica dolce. Guai ad eccedere, poiché i pregiudizi in merito potrebbero essere più che evidenti.

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Per quanto attiene l’evoluzione della gestazione, è altresì bene sottolineare che fino alla 6° settimana, l’utero si trova protetto dai traumatismi diretti, e che dall’inizio del 3° mese fino alla fine del 7° mese, si può comunque ancora svolgere un’attività fisica moderata che, a partire dall’8° mese, dovrà essere sostituita da esercizi per la respirazione e di rilassamento.

Gli esercizi a terra in posizione supina dovrebbero essere eliminati a partire dal 4° mese di gravidanza, poiché rischierebbero di provocare compressione della vena cava inferiore da parte dell’utero e ostacolare il ritorno del sangue al cuore.

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“Un’altra eventualità da considerare è la ridotta dispersione termica in caso d’esercizio prolungato in ambienti troppo caldi, con conseguente ipertermia fetale, una condizione in grado di influire negativamente sullo sviluppo del sistema nervoso del feto. Pertanto si consiglia, soprattutto nel primo trimestre di gestazione, di effettuare attività fisica nei momenti freschi della giornata, cercando di reintegrare bevendo molto l’acqua che si espelle con la traspirazione. Il nuoto è, naturalmente, lo sport maggiormente consigliato durante i mesi caldi. Infine, è importante anche reintegrare le calorie che si consumano con l’esercizio fisico” – ricordavano infine gli esperti di Humanitas.

Insomma, cercando di tirare le somme di questo lungo focus, si può ricordare come una regolare attività fisica di natura aerobica possa essere in grado di prevenire disturbi circolatori e di postura in grado di affliggere la gestante, contrastare l’aumento di peso e di mantenere in buona condizione l’apparato cardiovascolare. Sul parto, è bene ricordare che è possibile trarre vantaggi e svantaggi: una muscolatura addominale allenata favorisce infatti la progressione del feto nel canale da parto ma il perineo, più spesso e resistente, ne ostacola l’ultima fase di espulsione; in questi casi si pratica l’episiotomia.

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