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Sindrome metabolica: cosa è e quali sono le sue conseguenze

Sindrome metabolica

Può sembrare strano, ma in Italia c’è una sindrome che colpisce almeno 15 milioni di adulti e che spesso è talmente sottovalutata che le stesse persone interessate non ne sono a conoscenza. Parliamo ovviamente della sindrome metabolica, una condizione che si cela dietro la comune pancetta, e che può condurre a gravi problemi di salute. Ma per quale motivo? E perché è bene cercare di entrare in maggiore confidenza con questa particolare sindrome, che viene spesso sottovalutata?

Ebbene, al fine di porre la dovuta luce su questo aspetto di attenzione, la Società italiana di medicina interna (Simi) e la Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti (Fadoi) hanno indetto la prima Giornata Nazionale della Medicina Interna sulla sindrome metabolica e i fattori di rischio cardiovascolari, “Un metro per la vita”. Una giornata istituita per il 7 giugno con il patrocinio della Croce Rossa Italiana, e che sensibilizza i cittadini riguardo a tale patologia, consegnando un metro di carta per misurare il proprio giro vita, che non dovrebbe superare i 102 centimetri per gli uomini e gli 88 per le donne.

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“La sindrome metabolica è una condizione che vediamo essere sempre più presente nella popolazione, caratterizzata dalla coesistenza nella stessa persona di più condizioni o fattori di rischio che aumentano molto il pericolo di andare incontro a malattie cardiovascolari e diabete” – spiega Gino Roberto Corazza, della Clinica medica del Policlinico San Matteo dell’Università di Pavia e presidente della Società italiana di medicina interna (Simi).

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Ma quali sono i principali sintomi di tale sindrome? E come contrastarla?

Al fine di rispondere compiutamente alla prima domanda, si può ben ricordare come i principali sintomi sia il rilassamento dell’addome, la pressione alta, l’abbassamento dei livelli di colesterolo buono, elevati livelli di glicemia, un incremento del 50% delle possibilità di imbattersi in malattie cardiovascolari.

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Semplici e comuni i rimedi: seguire un’alimentazione sana, consumare spesso alimenti di origine vegetale, moderare l’assunzione di cibi grassi, preferire l’olio invece del sale, bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno, svolgere sempre un pò di attività fisica.

disturbi alimentari

In buona evidenza, pertanto, non vi sono “trucchi” speciali per poter evitare di subire i più gravi effetti di questa sindrome. Il primo pilastro è in particolar modo legato all’idratazione del proprio corpo. In merito, tenete conto che il quantitativo consigliato (1,5 litri) potrebbe essere rivisto anche sensibilmente al rialzo (+ 20 / 30%) a seconda del vostro metabolismo, del vostro peso e delle vostre abitudini quotidiane, e che comunque in alcune ipotesi di particolare consumo di risorse idriche (si pensi all’attività fisica, e conseguente sudata!), è bene portare in forte aumento la soglia di cui sopra.

In aggiunta a quanto sopra, ricordiamo che è buona norma arricchire la propria alimentazione quotidiana con numerose porzioni di frutta e di verdura, che non solamente possano essere ingerite come integrazione dei pasti principali, ma possano altresì costituire delle validissime alternative (e sane!) per gli spuntini di metà mattina e di metà pomeriggio.

Alimentazione prima del concepimento

Ancora, un po’ di sana attività fisica quotidiana rappresenterà il vostro toccasana ideale. Considerato che la bella stagione è oramai entrata a far parte della nostra vita, cercate di arricchire la vostra quotidianità con una bella corsetta all’aria aperta, o uno sport sotto la luce del sole, facendo dunque una ricarica di vitamina D.

In ogni caso, per maggiori informazioni su tale sindrome, e sulla possibilità di poter arrivare a definire un percorso di salute più finalizzato per il vostro benessere generale, ricordate che il vostro medico di famiglia è a completa disposizione.