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La sesta malattia: sintomi e cura nei bambini

sesta malattia

Tra le malattie esantematiche dei bambini, una delle più diffuse è certamente la c.d. “sesta malattia”, che si rivela in tutti i suoi sintomi principali tra i 6 mesi e i 2 anni di età. La sesta malattia è determinata dall’azione dell’Herpes Virus 6, sebbene quadri clinici molto simili possano essere identicamente e comunemente provocati dalla presenza di altri virus appartenenti alla stessa famiglia degli Herpes: per questo motivo, è ben spiegabile come in realtà la malattia possa ripetersi almeno altre due volte nella stessa esistenza, lasciando apparentemente dubbiosi sulla qualità della patologia i genitori del piccolo ammalato. Ma quali sono le caratteristiche di questa sesta malattia?

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Iniziamo con il ricordare che il virus negli adulti non è evidente, e può dar luogo a forme “simil influenzali”. Ben diverso è invece il discorso nei bambini, dove la sesta malattia si manifesta con particolare evidenza, contraddistinguendosi con 72 ore di febbre, spesso senza ulteriori sintomi specifici: proprio per questo motivo la sesta malattia è definita come la malattia dei tre giorni, considerando che durano proprio tre giorni i sintomi di febbre sopra appena specificati.

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Ad ogni modo, non sono rarissimi gli altri sintomi che potrebbero arricchire il quadro clinico del bambino. Basti considerare, ad esempio, la presenza di un contemporaneo arrossamento delle membrane timpaniche, del faringe, una lieve rinite. Si tratta tuttavia di sintomi molto lievi, che – probabilmente – se non fossero stati accompagnati dalla febbre sarebbero quasi passati inosservati. Più evidente è invece il sintomo dell’inappetenza, che il bambino può non solamente avvertire nei giorni precedenti e durante la febbre, bensì anche e soprattutto una volta che l’esantema è comparso, e per una o due settimane successive. Qualora i sintomi dovessero essere particolarmente differenti dal quadro clinico “standard”, o la malattia dovesse evolversi in modo inatteso, è comunque sempre buona abitudine effettuare un continuo monitoraggio con il pediatra.

Detto ciò, ricordiamo ancora che al termine del periodo di febbre alta (che può variare da 48 a 120 ore) si ha una brusca e definitiva defervescenza. Terminata anche questa fase di scomparsa della febbre, inizierà una ulteriore fase di evoluzione della malattia, contraddistinta per la comparsa di una eruzione maculo-papulare (lievemente rilevata) su tutto il corpo. In questo momento, è bene ricordare che la comparsa di queste eruzioni cutanee avviene in assenza di febbre e che, generalmente, avviene a partire dal tronco. L’eruzione cutanea, però, può anche mancare: una caratteristica che rende ancora più complesso affrontare la patologia e, ancora, prima, individuarla correttamente (valutato che a quel punto la patologia sarà difficilmente differenziabile da altre virosi aspecifiche).

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In aggiunta a quanto sopra espresso, è bene sottolineare come la patologia sia benigna, e che solo eccezionalmente dà luogo a complicanze. Sebbene generi spavento nei genitori (che giustamente consultano il pediatra in tali casi) non sono poi tanto rare le crisi convulsive febbrili durante il decorso della malattia. Queste crisi possono essere provocate sia alle temperature corporee elevate raggiunte sia per una particolare predisposizione indotta dall’herpes che è responsabile della malattia stessa.

Per quanto concerne l’incubazione e le possibilità di contagio, segnaliamo come il periodo di incubazione sia di circa 8 – 10 giorni, e che la sesta malattia è particolarmente contagiosa e si diffonde attraverso le gocce di liquido provenienti dal naso e dalla gola delle persone infette. Difficilmente è dunque possibile evitare il contagio, visto e valutato che le micro gocce che trasmettono la malattia possono essere espulse in qualsiasi momento quando il bimbo parla, ride, starnutisce o tossisce. A rendere ancora più difficile l’isolamento del soggetto contagiato, e quindi l’arresto del contagio, è il fatto che spesso ad essere causa di contagio è il bimbo che, pur avendo contratto la malattia, non ne manifesta ancora i sintomi.

In tal senso, ricordiamo che di norma il soggetto malato si considera non più contagioso a partire da 1 giorno dopo la scomparsa della febbre. Dunque, quando il bimbo inizierà a soffrire di eruzioni cutanee post febbrili, in quel momento non sarà più contagioso per gli altri bambini o le altre persone.

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Si evidenzia infine come al momento non esista un modo per prevenire la diffusione della sesta malattia, e che pertanto occorre… “mettersi l’anima in pace” di vedere il proprio bimbo contagiato, visto e considerato che non sono rare le piccole epidemie di sesta malattia negli asili. Segnaliamo infine, a conclusione di questo breve approfondimento, che la Sesta Malattia non necessita di terapia specifica (essendo una forma virale non serve l’antibiotico), se non degli antipiretici durante la fase febbrile.

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Durante la successiva fase dell’eruzione cutanea non si deve fare niente, visto e considerato che – in maniera diversa rispetto a quanto accade con altre malattie – tale sintomo difficilmente creerà prurito e, comunque, procederà relativamente spedito verso una risoluzione spontanea.