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Rigurgito neonato dopo la poppata: i consigli per evitarlo

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Il rigurgito del neonato è un fenomeno con il quale prima o poi tutti i neo genitori hanno avuto il “piacere” di abbattersi. Si tratta, sinteticamente, della fuoriuscita di latte e saliva dalla bocca del bambino, con manifestazione prevalente durante la poppata e nelle ore successive, quando il bimbo avvia il suo processo di digestione. Ma quali sono le cause di questo fenomeno, e come aiutare il bimbo in una migliore digestione? Cerchiamo di procedere con ordine, sperando di fare cosa gradita alle neomamme e ai neopapà che si imbattono in questa situazione.

Cosa provoca il rigurgito

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Il rigurgito di latte compare già nelle prime assunzioni dell’alimento e, generalmente, scompare intorno ai 12 – 18 mesi di vita. In alcune ipotesi è fisiologico (nella maggior parte dei casi), mentre in alcune situazioni può assumere delle forme croniche che indurranno la mamma a recarsi dal pediatra. Ad ogni modo, nella stragrande maggioranza dei casi non vi è assolutamente da preoccuparsi, visto e considerato che è parte integrante dello sviluppo del bebè, e occorrerà limitarsi a fronteggiare al meglio e, ove possibile, cercare di “guidarlo”.

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Possiamo certamente ricordare come, in linea di massima, nel primo anno di vita il fenomeno è dovuto all’immaturità dell’apparato digerente, che non è ancora abituato a lavorare gli alimenti: il responsabile è il “cardias”, la valvola che trattiene il cibo ed evita di farlo risalire nell’esofago. Insomma, sotto questo punto di vista il rigurgito è una sorta di “allenamento” dell’organismo del piccolo, che non essendo abituato a lavorare con gli alimenti liquidi e – soprattutto – solidi, finisce con il favorire la risalita nell’esofago stesso.

Il rigurgito è inoltre più frequente quando il bambino assume il latte della mamma con troppa foga, e il proprio stomaco non accetta questo surplus: se succede questo, il fenomeno ha i contorni della fisiologicità e non c’è niente di cui preoccuparsi. In pratica, in queste ipotesi il rigurgito risulta essere favorito dal fatto che il neonato ha ingerito troppo latte, più di quanto il proprio stomaco non sia in grado di accettarne. Ne deriva quindi un sovrappiù rispetto a quanto tollerato e, di conseguenza, volontà di poter “liberare” l’organo da quanto ritenuto in eccesso.

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Se invece il rigurgito è cronico, è bene ricorrere al pediatra: un rigurgito costante genera infatti irritazione all’esofago del bambino, che avvertirà fastidio e – presumibilmente – piangerà a dirotto. Insomma, fate attenzione a quanto spesso si presenta il problema, e con che gravità: se nella stragrande maggioranza delle ipotesi, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, il fenomeno non è di per sé né preoccupante né particolarmente critico, è altrettanto bene non sottovalutarlo al fine di non rendere il rigurgito un piccolo dramma per il bebè.

Allattamento e rigurgito

Torniamo per un momento alla relazione che può sussistere tra l’allattamento al seno e il rigurgito. In favore delle neomamme e di tutte coloro le quali desiderano semplicemente saperne di più, il Ministero della Salute ha diramato delle vere e proprie istruzioni per la corretta “poppata”. In particolare:

  1. Mettetevi in posizione confortevole (seduta o sdraiata) con un appoggio per la schiena, assicurandovi che il bambino stia comodo, ben sostenuto, rivolto verso di voi e alla stessa altezza del seno. Ciò aiuta a prevenire il dolore ai capezzoli e ad aumentare la quantità di latte: allattare al seno non dovrebbe essere doloroso e, anzi, dovrebbe rappresentare un momento piacevolmente emotivo per entrambi. Se dunque sentite dolore – sottolineavano le linee guida ministeriali – è probabile che il bambino non sia attaccato adeguatamente; non usate creme e riprovate con attenzione o fatevi aiutare da una persona esperta.
  2. Rivolgete il corpo del bambino verso il vostro, con l’ombelico verso di voi. Se siete sedute, poggiate la testa del bambino sull’avambraccio con il naso di fronte al capezzolo, in modo che non debba girare la testa, o piegarla eccessivamente per attaccarsi. Per sostenere e orientare meglio il seno verso il bambino, potete aiutarvi mettendo il pollice (dell’altra mano) sopra il seno e le altre dita sotto, a formare una “C”. Le dita devono essere ben distanti dall’areola (la zona scura intorno al capezzolo).
  3. Una posizione alternativa può essere quella di sostenere il corpo del bambino con il braccio opposto al seno che volete offrire, con la mano bene aperta tra le spalle e la base del collo del bambino. In questo caso potete sorreggere il seno da sotto (formando con le dita una “U”) e premere leggermente la mammella per facilitare una presa più ampia possibile dell’areola.
  4. La posizione sdraiata su un fianco può essere particolarmente utile dopo un taglio cesareo. È una posizione molto comoda durante la notte: potrete allattare senza dovervi alzare.
    Anche in tal caso la testa del bambino deve essere leggermente retroflessa in modo che l’areola entri bene nella sua bocca e il naso non sia attaccato al seno.

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Come evitare il rigurgito

Latte in polvere per neonati

Stabilito quanto sopra, è bene cercare di evitare il rigurgito del piccolo ponendolo in una posizione favorevole alla digestione, e che contrasti la risalita del latte e della saliva. Pertanto, dopo la poppata è bene porlo in posizione verticale, o porlo sul letto con il capo sollevato di 30 gradi, in maniera tale che il latte rimanga nello stomaco, e il cardias possa svolgere il suo normale lavoro.

Se il reflusso è fisiologico, i miglioramenti si avranno con il tempo, grazie al fatto che il cardias imparerà a lavorare con ordine e in maniera regolare, e l’apparato digerente svilupperà quella maturità tale da comportare un normale ciclo digestivo. Anche l’introduzione di cibi solidi favorirà la scomparsa del fenomeno che, a ben vedere, è favorito proprio dalla presenza di liquidi eccessivi.

In ogni caso, nelle ipotesi di dubbi eccessivi e di qualsiasi interrogativo, un contatto con il proprio pediatra potrà certamente essere la soluzione più appropriata.

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