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Mamma partorisce un angelo a 27 settimane! Foto e Storia da condividere!

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L’aborto interno è uno dei modi più drammatici per terminare una gravidanza. Una morte della vita che verrà, interna al grembo materno, in grado di lacerare la serenità, le gioie e i piani di una coppia.

Ebbene, tra le testimonianze più toccanti in materia abbiamo letto quella della giovane Elizabeth Croes, che nella pagina dedicata al film Return to zero, parla proprio della sua terribile esperienza.

Ho perso mia figlia Alana Marie Croes quando ero di 27 settimane. La mia gravidanza era stata perfetta fino all’11 novembre 2012, quando ho notato che non sentivo i movimenti della piccola da un paio di giorni. Ho continuato a pensare che fosse una mia sensazione ed essendo stata molto impegnata non ci avessi fatto caso. Ho provato di tutto per farla scalciare ma invano” – esoridsce Elizabeth nel suo drammatico racconto.

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Il marito la portò quindi al pronto soccorso, e mentre stava andando i suoi pensieri erano chiari. “Continuavo a pensare che, non appena arrivati in ospedale, i medici avrebbero sentito il battito e io mi sarei sentita la donna incinta più scema del mondo. Quando hanno controllato, i medici non riuscivano effettivamente a sentire il battito e mi hanno fatto un’eco. Continuavo a pregare che alla fine mi avrebbero detto che stava bene e che era solo messa in una strana posizione. Ci mettevano tanto…” – prosegue il racconto della giovane.

Quindi, il terribile esito, con il medico che ammise che non c’era più battito. “Il mio dottore ci ha portato in una stanza e ci ha spiegato cosa potevamo fare, potevamo andare in ospedale dove mi avrebbero indotto il parto e avrei dato partorito la bimba. Ho dovuto chiamare i miei familiari e dire loro che avevamo perso la bimba, dire ad alta voce “abbiamo perso la bambina” è stato qualcosa che mai avrei immaginato di dover dire” – scrive nel blog.

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La donna, pur nella confusione e nel dramma del momento, ha comunque trovato il modo di ringraziare le infermiere, che nei terribili attimi successivi hanno spiegato alla coppia cosa sarebbe accaduto. “Ci hanno illustrato il programma NILMDTS (Now I Lay Me Down To Sleep – ora mi metto giù a dormire) grazie al quale era possible avere un fotografo a disposizione se volevamo avere una foto con la nostra piccola. Ero certa di volerlo e così abbiamo acconsentito” – continua Elizabeth.

Con il parto indotto, la piccola – ribattezzata “il mio angelo” – è quindi venuta alla luce. “Mio marito e mia sorella erano nella stanza con me mentre partorivo e mia mamma è arrivata subito dopo. Alle 4.30 il fotografo era già lì e ha fatto delle fotografie meravigliose e dal valore, per noi, inestimabile. Ho persino potuto avere le fotografie mentre è stata battezzata. Il momento in cui me l’hanno messa in braccio ho sentito un amore mai sentito fino ad allora. Io e mio marito l’abbiamo coccolata, cullata, baciata e le abbiamo parlato. Dopo 4 ore l’ho dovuta salutare, l’ho baciata per l’ultima volta e questo bacio mi ha lacerato il cuore” – conclude Elizabeth.

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La storia della giovane è estremamente toccante e drammatica. Ma le foto che sono state realizzate, sono ancora più emblematiche. Che ne pensate?

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