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Mamma che lavora? Anche la figlia sarà “in carriera”

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Secondo una nuova ricerca formulata dalla Harvard Business School, le figlie delle madri che lavorano hanno più probabilità di avere una carriera brillante, e di guadagnare di più, rispetto a coloro che hanno avuto uno dei genitori sempre a casa.

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Condotta dalla professoressa Kathleen L. McGinn, la ricerca sostiene pertanto che le donne che hanno avuto madri lavoratrici sono più propense ad assumere ruoli di responsabilità, raggiungendo un buon livello di successo e guadagnando in media il 23% in più rispetto a quelle ragazze che da bambine vedevano la propria madre a casa tutti i giorni. Non solo: i benefici sarebbero altresì estesi anche ai maschi, considerato che se crescono con una madre che lavorano saranno mediamente in grado di mostrare un maggior livello di collaboratività a casa, e sarebbero altresì più capaci di prendersi cura dei membri della famiglia.

Crescendo con entrambi i genitori che lavorano” – spiega infatti McGinn – “i figli si abituano a capire che il lavoro fuori casa e il lavoro a casa devono essere distribuiti equamente. Si parla tanto di uguaglianza di genere in ufficio, ma l’uguaglianza va ottenuta anche in ambito domestico”.

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In aggiunta a quanto sopra, risulta di interesse comprendere in che modo si manifesta l’ineguaglianza sulle mansioni casalinghe. Le donne che lavorano a tempo pieno dedicano ogni settimana alla cura dei propri familiari 8,7 ore in più dei maschi, mentre il differenziale è di addirittura 9 euro per quanto concerne i mestieri di casa.

Basta con la colpevolizzazione di sé, con l’idea che sarebbe meglio per una donna stare a casa. Nel lavorare non ci sarebbe solo un vantaggio economico, ma si avrebbero ben altri risvolti positivi: intanto, se si fa un lavoro che si ama, si è professionalmente ed emotivamente soddisfatte, cosa non da poco. E poi, appunto, abbiamo dimostrato che aiutiamo pure i nostri figli” – dichiara ancora McGinn.