Alimentazione

Latte di asina, perchè si utilizzava al posto di quello materno

latte-bambino

Tra i vari tipi di latte a disposizione in commercio, quello di asina è sicuramente quello che si avvicina più di ogni altro a quello della donna. Cerchiamo dunque di verificare quali siano i suoi valori, e perchè – se proprio non si può ricorrere al latte materno – si può valutare (con attenzione e dietro consiglio del pediatra) l’utilizzo.

Latte di asina, i valori correnti

Il latte umano ha delle precise caratteristiche in termini energetici (e non solo). Ad esempio, è composto da grassi per il 3,38% e da proteine per l’1,64%. Le casine sono il 35% del totale proteico, mentre le sieroproteine rappresentano il restante 65%. Ancora, è presente una percentuale di lattosio del 6,69%, e un valore energetico in termini di kj / kg pari a 2.855,6.

latte-asina-1

In buona evidenza, il latte di asina può farsi portavoce di una composizione che – per certi versi – ricalca quello umano. Il latte di asina ha infatti una percentuale proteica dell’1,74%, e una percentuale di caseine sul totale proteico pari al 33% (contro il 67% delle sieroproteine). Il lattosio è presente in misura del 6,23%, mentre il valore energetico in termini di kj / kg è di 1.939,4.

Leggi anche: Latte fresco, elemento fondamentale nella dieta dei bimbi

Confrontando la tabella dei valori del latte umano e del latte di asina con le altre tipologie di latte (si pensi a quello bovino, di capra, di pecora) ci si rende dunque conto come i primi due siano molto più simili del restante cluster. Per quanto intuibile, la composizione del latte di asina – così come avviene nel caso del latte di altre specie animali – può variare in relazione all’alimentazione e allo stadio di lattazione.

Perchè usarlo per i propri bimbi?

Al contrario del latte vaccino, che deve essere necessariamente allungato con acqua, e addizionato ulteriormente con delle molliche di pane (considerata la sua scarsa digeribilità e le grosse differenze nutrizionali che lo separano dal latte materno), il latte di asina è infatti lungamente utilizzabile per sostituire l’allattamento umano. Non è certo un caso che in passato questo latte venisse utilizzato con grande leggerezza, sostituendo integralmente il latte umano quando la madre o la nutrice non erano presenti.

Leggi anche: Latte materno, come produrne di più?

Naturalmente, oggi giorno non è più necessario ricorrere a un simile comportamento (per quanto ancora utilizzato in alcune aree). La presenza di latti artificiali, calibrati più opportunamente per le esigenze del bimbo, possono infatti sostituire adeguatamente il latte materno – per quanto non potranno mai essere considerati pienamente efficaci come quello della mamma.

latte-asina-3

Quello che non si può replicare è invece la ricchezza di anticorpi e di sostanze battericide che sono presenti solo nel latte umano, e che sono fondamentali per poter assicurare al bambino un corretto sviluppo. Ed è proprio in questo campo che entra in gioco il latte di capra: uno degli elementi fondamentali, chiamata lisozima, è infatti presente anche nel latte di asina.

Naturalmente, è diverso il discorso di quei neonati che non sono allattati al seno, e che non riescono a fruire delle diverse formulazioni a base di latte vaccino poichè ne diventano allergici. In questo senso, il latte di asina, se opportunamente integrato con altre sostanze, può essere considerato una valida alternativa alle formulazioni ipoallergiche.

Per quanto intuibile, il nostro consiglio è quello di ricorrere all’attenta consulenza del vostro pediatra, che potrebbe suggerirvi un latte specifico, e comunque non certo il ricorso a latti in grado di scatenare reazioni allergiche più importanti come quello di capra o di pecora. Il sapore del latte di asina è inoltre particolarmente gradito. Il merito è relativo al suo tono zuccherino, che lo rende molto gradevole e bene accetto, sia in fase di crescita che in fase di età adulta.

Al di là del suo utilizzo per i bambini, il latte di asina può essere utile anche in età più avanzata. Non è certamente un caso che questo alimento sia fruibile sotto forma di integratori, garantendo dunque un supporto fondamentale per lo sviluppo del bambino e, ancora più avanti, per il consolidamento da adulti. Ottima è, in tal senso, l’alta concentrazione di calcio, non utile solamente ai piccoli, quanto anche – e soprattutto – nei soggetti adulti, contrastando proattivamente l’osteoporosi e le carenze di vitamina D (come le donne in menopausa).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *