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La madre di Andy Murray si racconta: “Così ho fatto di mio figlio un campione”

 

“Visto il maltempo scozzese, il loro campo da tennis era abitualmente il salotto. Prima usavano racchettine e palloncini, il divano in mezzo a fare da rete. Poi sono diventate racchette più grandi con palle di spugna e, alla fine, malauguratamente per il mio salotto, racchette vere con palline vere. Per il wrestling, invece, si spostavano in camera da letto. Il materasso era il ring e il divertimento era scaraventarsi a turno sul pavimento”. A parlare è la madre del numero 1 al mondo di tennis che racconta come ha insegnato la competizione al figlio, fino a farne un campione.
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Missione compiuta. Lo dice lei stessa, affidando a Twitter l’emozione di essere la mamma del numero 1 al mondo del tennis. “Missione compiuta” scrive mamma Judy, allenatrice di tennis lei stessa, postando una foto che la ritrae bere champagne con Andy Murray, sul jet privato dopo il successo di Bercy.
Judy Murray è la donna che ha consacrato la propria vita al tennis, che ha consegnato i propri figli all’eterna rincorsa di quella pallina gialla, prefigurando per loro un grande avvenire. Quella sfera di cristallo in cui ha letto un futuro di successi non mentiva e adesso mamma Judy può rilassarsi. Sempre che il verbo faccia parte del suo vocabolario. “Questo è il premio per tutto l’impegno, la fatica, la pazienza e il lavoro fatto da Andy fin da quando era bambino”, dice sua madre. Andy è stato il secondo, a dire il vero. Perché Jamie è stato il primo della famiglia a diventare leader della classifica, ma in doppio. “Sì, è vero. Loro sono cresciuti insieme, sono sempre stati molto competitivi. Si sfidavano a qualunque cosa, dalle carte, al tennis, al golf al calcio, pure al wrestling”.

during the **** match between **** on day nine of the French Open at Roland Garros on May 30, 2011 in Paris, France.

Con qualche infortunio casalingo tipo i danni riportati nella stanza da letto e contro i muri. Andy e Jamie hanno provato tutti gli sport, sono campioni di tennis ma non hanno mai inforcato uno sci. “Mai provato” dice la mamma. “Spero che sentendo la mia esperienza altre donne, altre mamme troveranno la fiducia e un incoraggiamento per superare gli ostacoli inevitabili quando un figlio si impegna in una attività per portarlo a livelli da campione. Difficoltà da superare quando un figlio si impegna nello sport. E non solo, ma per tutta la vita”.
Andy aveva molto talento anche per il calcio e da ragazzino, a 14 anni, gli riusciva tutto benissimo: era stato chiamato dai Glasgow Rangers per sei settimane di stage, ma contemporaneamente la squadra britannica under 14 di tennis lo aveva convocato per una serie di tornei in Italia. Dovette scegliere per forza, e fu tennis.