Salute e benessere

Zuccheri aggiunti in bevande e cibi: ecco perché fanno male alla salute

 

Lo zucchero fa davvero così male? L’Organizzazione Mondiale della Sanità invita gli Stati a introdurre una tassa sulle bevande zuccherate per limitarne il consumo e quindi la correlata incidenza sulla popolazione di obesità, malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e carie. Nel mirino gli zuccheri «aggiunti» non solo nelle bibite ma in moltissimi alimenti confezionati. Ecco perché fanno male, quanti ne consumiamo e come dovremmo regolarci.

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zucchero

Mai “zucchero aggiunto” nelle etichette alimentari dei prodotti che compriamo!

Il problema è che il tipo di zucchero che viene spesso aggiunto agli alimenti trasformati è uno sciroppo di mais (sciroppo di glucosio nelle etichette) ad alto contenuto di fruttosio. È il dolcificante preferito dall’industria alimentare: usato nelle bevande analcoliche, nel pane, nelle salse, snack e condimenti. Fatto da amido di mais, lo sciroppo di mais è in genere molto più economico dello zucchero normale. Esso contiene gli stessi componenti dello zucchero da tavola – glucosio e fruttosio – ma in diverse proporzioni che privilegiano il fruttosio. Lo zucchero «normale»contiene parti uguali di glucosio e fruttosio.
Quando troviamo scritto senza “zucchero «aggiunto» vuol dire che non è stato aggiunto lo sciroppo di mais, che contiene più fruttosio, il quale pesa p articolarmente sul nostro fegato.

Nel caso degli zuccheri naturali, i processi epatici sono influenzati (in positivo) da alcuni componenti salutari della frutta. A differenza di una bibita zuccherata, infatti, il frutto contiene fibre, vitamine, minerali e numerosi altri componenti bioattivi. Le fibre rallentano la velocità alla quale lo zucchero viene digerito e assorbito.

Inoltre, la presenza di fibre limita la nostra capacità di consumare alimenti che contengono zucchero: è difficile che molte persone mangino tre mele alla volta: bambini e adulti però possono bere tranquillamente una (o più) lattina di cola, che contiene 55 grammi di zuccheri aggiunti – circa l’equivalente di tre mele – e nessuna fibra.
L’American Heart Association e l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandano di assumere non più di 6 cucchiaini di zucchero al giorno per le donne e 9 per gli uomini. Sembrano cifre alte ma raggiungerle è più facile di quanto sembri: oltre agli zuccheri aggiunti nascosti nei cibi confezionati di cui abbiamo parlato, pensiamo solo al fatto che una lattina di cola contiene quasi 10 cucchiaini di zucchero, una barretta di cioccolato 6 cucchiaini, un succo di frutta piccolo in cartone oltre 5. Record assoluto alcune bevande alla frutta di catene americane con l’equivalente di ben 25 cucchiaini di zucchero a tazza.
L’unione di freddo, zucchero, acido e gasato ci porta, a parità di effetto dissetante, a berne quantità notevolmente superiori a quanto necessario per dissetarci con l’acqua (effetto “drogante”)», spiega il professor Stefano Erzegovesi, nutrizionista e psichiatra responsabile del Centro dei disturbi alimentari dell’Ospedale San Raffaele di Milano. «Un consiglio per riconoscere meglio la reale “identità” di una bibita zuccherata: beviamone qualche sorso a temperatura tiepida (io la faccio provare ai pazienti alla temperatura corporea, 37 gradi). L’eccesso di dolcezza e di acidità ci sembrerà stucchevole ed insopportabile».
«Beviamoci con tranquillità una bibita zuccherata – conclude l’esperto -, ma beviamola esattamente come se mangiassimo un dolce ricco (massimo una volta alla settimana) e mai usarla al posto dell’acqua».