Gravidanza

Vanno in gita scolastica: 7 tredicenni tornano incinte!

Teenage girls with pregnancy test

Un viaggio scolastico di soli cinque giorni è stato “fatale” per 7 ragazzine di età compresa tra i 12 e i 13 anni, che di ritorno dalla gita con i propri compagni di scuola hanno scoperto di essere in dolce attesa. Tutte residenti all’interno di un paesino della Bosnia – Erzegovina, le ragazzine, poco più che bambine, hanno così dovuto affrontare una notizia particolarmente imbarazzante, che sta facendo discutere non solamente i media locali, quanto anche quelli internazionali, morbosamente incuriositi da quello che sta accadendo.

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Il dibattito si è infatti acceso sulle responsabilità di quanto accaduto. Da una parte i genitori affermano che la “colpa” è delle istituzioni scolastiche, che non avrebbero correttamente monitorato l’attività delle ragazzine durante il viaggio. Dall’altra parte c’è invece il coordinatore nazionale della salute, Nenad Babic, che ricorda come la colpa sia proprio dei genitori, che non avrebbero informato adeguatamente le proprie figlie.

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L’istituto scolastico ha sì le proprie responsabilità – ha dichiarato il coordinatore, per poi aggiungere che “ci sono evidenti omissioni da parte dei genitori“. Aggiunge inoltre che “siamo di fronte a un grande problema”. Ad una tv locale, Senad Mehmedbasic, ginecologo di Sarajevo, ha dichiarato che “è preoccupante che ragazzine di 13 anni abbiano già attività sessuale, ma purtroppo questa è la tendenza di oggi. È inammissibile che le ragazze sappiano di sesso apprendendo direttamente dalla strada, anzichè attraverso una seria educazione scolastica”.

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Le statistiche più recenti considerano che il numero di ragazze sessualmente attive di età compresa tra 13 e 15 anni sarebbe aumentata considerevolmente nel Paese, aprendo quindi molteplici aspetti interrogativi sul fronte della corretta educazione delle giovani. Effettivamente, nonostante l’età del primo approccio sessuale si stia gradualmente abbassando, latitano le nuove iniziative in favore della formazione e della sensibilizzazione dei rischi che un’attività sessuale in così giovane età può comportare per i protagonisti della vicenda e, indirettamente, per i nuclei familiari dei quali sono parte.

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Morbosità a parte, i media pertanto si interrogano seriamente se il caso sia isolato o – se come sembra dalle statistiche formulate a Sarajevo – si tratti di una tendenza sempre più frequente e dilagante.

Voi che ne pensate? Ritenete che le scuole italiane (e non solo esse) stiano facendo a sufficienza per sensibilizzare le under 13 sul rischio di gravidanze indesiderate e sui rischi di malattie sessualmente trasmissibili? Ritenete che il piano di educazione sia coerente?

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