L’alcol ha un effetto fortemente negativo sulla gravidanza. Eppure, nonostante ciò, sono troppe le donne che sottovalutano la possibilità di andare incontro a gravi pregiudizi per sè stesse e per il nascituro per il “bicchiere di troppo”.
Una recente ricerca conferma in proposito che i figli di madri che hanno avuto gravi problemi di alcolismo durante la gravidanza, risulterebbero essere soggetti ad una tipica sindrome che è contraddistinta da disfunzioni del sistema nervoso, possibili ritardi mentali, deficit di crescita, deficit immunitari, alterazioni morfogenetica (anche del volto). Insomma, un vero e proprio drammatico bollettino di guerra, che le donne farebbero bene a valutare con particolare attenzione.
L’alcol ha infatti una grande facilità di superamento della barriera placentare, e può raggiungere con rapidità le strutture sensibili alla sua tossicità. Pertanto, l’alcol è una determinante nella potenziale alterazione dello sviluppo del feto, con danni permanenti su organi e funzioni.
Ma quanto si può (e non si può) bere in gravidanza? Secondo le più recenti analisi, una dose di 30 grammi di alcool assunta quotidianamente per tutti i primi 90 giorni di gravidanza (equivalenti a 300 ml di vino al giorno o 600 ml di birra) può rappresentare un rischio dell’11% nella sindrome.
A ben vedere, inoltre, il fattore di rischio è maggiore nel caso in cui l’alcol venga assunto con maggiori quantità nelle prime settimane, visto e considerato che proprio in questa fase la creatura è più favorevolmente soggetto a fenomeni di proliferazione e specializzazione cellulare.
Non sottovalutate inoltre anche il consumo di piccole quantità di alcool: la soglia individuale di suscettibilità genetica dipende infatti da soggetto a soggetto. Ne deriva che il nostro consiglio è un pò radicale, ma sicuramente salutare: in gravidanza è meglio non bere, e se proprio non riuscite a rinunciare a un mezzo bicchiere di vino a cena, fatelo solo dopo il primo trimestre.
Anche nella seconda parte di gravidanza, il consumo eccessivo di alcol può provocare una sindrome fetale alcolica con dimorfismo facciale classico, con gravi e permanenti danni neuronali al nascituro, con conseguente ritardo psicomotorio. È inoltre possibile che dopo la nascita il neonato possa presentare crisi di astinenza con conseguente irrequietezza, vomito, tremori, iperreflessia e convulsioni.