Gravidanza

Transaminasi alte in gravidanza e malattie del fegato

Transaminasi alte in gravidanza

La transaminasi alta si verifica dal 3% al 10% di tutte le gravidanze: diversi disturbi contribuiscono ad una malattia del fegato in gravidanza e, tra di essi, non possiamo che annoverare alcune malattie indotte dalla gravidanza stessa, come una infiammazione acuta del fegato (AFLP) e la colestasi intraepatica (IHCP), o ancora alcune patologie che esistevano prima della gravidanza e che potrebbero potenzialmente riacutizzarsi durante la dolce attesa, come può avvenire con l’epatite autoimmune e la malattia di Wilson. Infine, non si possono non annoverare tutte le malattie non correlate alla gravidanza, ma che potrebbero colpire una donna incinta in qualsiasi momento durante la gestazione, come l’epatite virale.

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Diagnosi e risultati

La diagnosi di malattia del fegato in gravidanza si basa su alcune analisi di laboratorio indicate dal vostro medico curante. Naturalmente, alla base di tali accertamenti vi è generalmente l’evidenza di alcuni segnali e sintomi “tipici” di una alterazione epatica che spingono ad effettuare tali analisi, quali, a titolo esemplificativo: ittero, nausea, vomito e dolore addominale. Un problema epatico può avere un effetto significativo sulla morbilità e mortalità della madre e del feto, e un iter diagnostico e terapeutico tempestivo aiutano a risolvere il problema.

L’esame fisico di una donna incinta può mostrare alterazioni cutanee che suggeriscono una malattia cronica del fegato, come eritema palmare e angiomiQuesti cambiamenti sono il risultato di iperesterogenemia in gravidanza e si verificano in più del 60% delle gravidanze sane.

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Le alterazioni dei risultati dei test di laboratorio possono dare la conferma di quanto sospetti il medico e rappresentano le conseguenze delle modificazioni fisiologiche in corso. In genere, le analisi rivelano un ridotto livello di albumina sierica, un aumento della fosfatasi alcalina, transaminasi alte in gravidanza, aumento della bilirubina e del tempo di caduta della protrombina (PT).

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Modificazioni fisiologiche durante la gravidanza

La gravidanza induce modificazioni emodinamiche che coinvolgono diversi sistemi e organi durante la gestazione, il periodo post-parto, e durante l’allattamento. Le principali modifiche fisiologiche in gravidanza includono un aumento della gittata cardiaca, la ritenzione di sodio e acqua, l’espansione del volume di sangue, e una riduzione della resistenza vascolare sistemica e della pressione arteriosa sistemica. Questi cambiamenti mostrano un picco massimo nel secondo trimestre e poi un plateau fino al momento del parto.

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Colestasi intraepatica in gravidanza

La colestasi intraepatica in gravidanza (ICP) si verifica nella seconda metà del periodo di gestazione  e colpisce meno dell’1% di tutte le gravidanze. E’ più comune nelle donne multipare con gravidanze gemellari. Si risolve subito dopo il parto e di solito ricorre nelle gravidanze successive. I sintomi sono un prurito generalizzato e ittero, che si verifica però,   nel 50% dei casi. Inoltre, i livello di bilirubina rimangono inferiori ai 6 mg / dL, mentre si presentano transaminasi alte in gravidanza e i livelli totali degli acidi biliari salgono notevolmente, raggiungendo 20 volte il normale. L’eziologia della ICP non è chiara e potrebbe essere dovuta ad una mutazione genetica dei trasportatori canalicolari di fosfolipidi.

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Il prurito può essere intenso e stressante per la madre, il che richiede subito una terapia adeguata. L’acido ursodesossicolico è il trattamento di scelta per ridurne l’intensità, esso migliora anche i marcatori biochimici senza influenzare negativamente la madre o il bambino. Naturalmente, come avviene per qualsiasi trattamento di natura medica, la terapia non potrà che essere di volta in volta (e per il singolo caso) individuata dal vostro medico, sulla base della vostra condizione clinica.

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Il rischio principale della ICP è per il feto. Elevati livelli di acidi biliari sono stati associati ad un parto prematuro e a morte improvvisa del feto.

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Ad ogni modo, sappiate che, di norma, nessuna di tali patologie ha necessariamente delle conseguenze definitive per la vostra fertilità. La cosa importante è quella di intervenire tempestivamente, evitando cioè che eventuali carenze o problematiche possano essere trascurate e, dunque, aggravate da una mancanza di intervento da parte di personale specializzato.

Una volta avvertiti i primi sintomi, pertanto, è buona norma compiere dei validi accertamenti che possano constatare l’effettiva realtà delle cose e, se necessario, assumere i dovuti correttivi per garantire a voi e al vostro feto un futuro migliore. Parlatene apertamente con il vostro medico di fiducia: saprà certamente consigliarvi le migliori soluzioni per poter arrivare a una risoluzione di qualsiasi pregiudizio, e proseguire così una serena gravidanza.

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