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Stitichezza neonato, come si presenta e come contrastarla

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La stitichezza neonato, in senso stretto, è piuttosto rara nei bimbi che sono allattati al seno, mentre può essere più frequente nei bimbi che sono allattati artificialmente. Ma da cosa dipende? E quali sono i modi per poterla contrastare?

Da cosa dipende la stitichezza del neonato

La stitichezza del neonato, intesa come evacuazione rara e dolorosa di feci che appaiono dure e poco voluminose, è spesso determinata da fattori di origine alimentare. Tra i principali esempi, si tenga conto all’insufficiente diluizione del latte artificiale, o l’introduzione troppo precoce di cibi solidi all’interno della dieta del piccolo.

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Tuttavia, è anche possibile che la stipsi possa essere provocata da fattori di natura psicologica, come lo stress o la paura. È ad esempio possibile che nel bimbo si possa innescare un meccanismo particolarmente frequente: la sperimentazione di un’evacuazione dura e dolorosa fa sorgere nel bimbo il timore di riprovare la stessa esperienza.

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Fortunatamente, i genitori un pò attenti possono ben intuire il momento in cui il bimbo manifesta comportamenti irrequieti, e tesi a evitare l’evacuazione: il bimbo tende infatti a sollevarsi sulle punte o a incrociare le gambe, al fine di sopprimere lo stimolo evacuativo.

Non solo: spesso l’inizio della stitichezza nel bimbo può coincidere con cause di altra natura, ma sempre indicative di stress. Si pensi all’educazione all’utilizzo dei normali servizi igienici, all’inizio della scuola, alla gelosia avvertita per una sorellina o per un fratellino, altri fattori sociali e così via.

Come rimediare e prevenire la stitichezza nei bambini

Introdotto quanto sopra, non ci rimane che comprendere in che modo poter rimediare o prevenire la stitichezza nei bimbi. Cerchiamo di andare con ordine.

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Se il bimbo si trova nelle prime settimane di vita, è il genitore nota che le feci sono piuttosto diradate, è bene controllare la loro consistenza: dovrebbe essere morbida, cremosa e ricca di acqua. In questo caso, non è generalmente richiesto alcun trattamento, anche se il bimbo può manifestare una certa irrequietezza o sofferenza nel tentativo di evacuare.

La “sofferenza” del bimbo, manifestata con rossori, smorfie e altro, è infatti un normale processo di crescita all’interno del quale il bimbo inizierà ad apprendere in che modo contrarre i muscoli necessari per evacuare. Dunque, è bene non interrompere questo processo di “sofferenza”, poichè correrete il rischio di raggiungere gli effetti più indesiderati. Se invece notate qualcosa di strano e di diverso rispetto a quanto sopra, potete consultare tranquillamente il vostro pediatra e condividere con lui la necessità di ricorrere a un microclistere di glicerina.

Il discorso è parzialmente diverso se il bimbo è allattato con latte artificiale. In questo caso, spesso la stitichezza è dimenticabile esclusivamente aumentando l’apporto di liquidi (ad esempio, andando a diluire le preparazioni in polvere con maggiori quantità di acqua).

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Nelle ipotesi di stitichezza ancora più ostinata, può invece essere molto utile – ma sempre dopo averne parlato con compiutezza con il proprio pediatra – mettere del succo di mela, pera, uva bianca o prugna, nell’acqua del biberon.

Se invece il bimbo è più grande, l’obiettivo dovrà essere quello di rendere l’evacuazione meno dolorosa. Dunque, meglio prevenire attraverso la somministrazione di liquidi nelle misure consigliate, e i c.d. “rammollitori” fecali come le fibre alimentari che sono contenute negli alimenti vegetali. Cercate di abbondare con la frutta e altri alimenti vegetali: se vostro figlio proprio non riesce a gradirli, abbelliteli con panna, gelato o altri elementi che li rendano più tollerabili.

Oltre all’aspetto legato all’alimentazione, diventa fondamentale cercare di educare il bimbo alla corretta posizione durante l’utilizzo dei servizi igienici. Tra i principali esempi, vi ricordiamo che è buona abitudine cercare di utilizzare il vasino, che rispetto al WC costringerà ad una postura più naturale e più favorevole all’evacuazione. Se si preferisce avviare il bimbo all’utilizzo del WC, poichè in questo modo lo si farà sentire più “grande”, meglio comunque utilizzare degli appositi riduttori.

Consigliabile inoltre cercare di invitare il bimbo a evacuare in momenti predefiniti della giornata (ad esempio, nel tardo pomeriggio, o dopo cena).