Salute e benessere

Sempre meno vaccini in Italia: a gennaio finiremo tutti a letto con l’influenza?

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L’allarme è ben noto, ma visto e considerato che nelle ultime ore è stato ribaltato a gran voce dall’Istituto Superiore della Sanità, è bene ricordarlo: in Italia le vaccinazioni sono in continuo calo, e la campagna di vaccinazioni contro l’influenza sta deludendo le aspettative. Forse la colpa è del clima mite, che non permette di rendere conto dei rischi dell’influenza tipica della stagione invernale. O forse è anche colpa della campagna di disinformazione determinata dallo scorso anno, quando alcune morti erano state superficialmente ricollegate ai vaccini.

La conseguenza di quanto sopra è che ad oggi la percentuale di popolazione che ha deciso di sottoporsi al vaccino contro l’influenza è calata drasticamente: cinque anni fa la percentuale ruotava infatti intorno al 20%, mentre oggi fatica ad avvicinarsi al 14%. E, per giunta, anche la parte di popolazione che è maggiormente a rischio, come gli over 65, preferiscono evitare l’iniezione.

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Si ricorda in tal proposito che le persone di età superiore ai 65 anni, e altri soggetti considerati a maggiore rischio (si pensi a chi è affetto da diabete, agli immunodepressi gravi, a quelli affetti da malattie respiratorie e cardiovascolari, ai malati di tumore), il vaccino è completamente gratuito.

Dunque, considerato che il picco dell’influenza è previsto a gennaio, tra meno di un mese, e che al vaccino servono circa 15 giorni per poter fare effetto, quel che ne consegue è che – se siete convinti di volervi proteggere al meglio contro il malanno di stagione – sarebbe bene intervenire nell’immediato.

Se la percentuale di vaccinazioni non dovesse salire, il rischio è che metà Italia (o più!) possa trovarsi a letto con la febbre, iniziando dunque nel peggiore dei modi il nuovo anno. Ricordiamo anche che nel 2014 le morti per influenza sono state 163, e quelle per complicazioni varie sono state almeno 8 mila.