Il sacco vitellino è un particolare elemento protagonista della gravidanza: si tratta infatti della prima “sostanza” che risulta essere visibile mediante l’ecografia durante la dolce attesa. Compare infatti già durante le prime 5-6 settimane di gestazione, e deve il suo nome al fluido vitellino, il fluido che riempie questa particolare sacca, e che rappresenta il principale elemento nutrizionale per l’embrione. Insomma, una sorta di sacca primordiale, dalla quale prenderà poi vita la nuova esistenza. Ma come si forma? Come appare? E a cosa serve in maggior dettaglio questo elemento di straordinaria importanza?
Iniziamo con il ricordare come il sacco vitellino diventi lentamente protagonista della gravidanza fin dal termine della quarta settimana, o nell’inizio della quinta settimana, quando l’ecografia potrebbe già mostrare una sorta di piccola vescica (dalla forma che richiama quella di una pera), presente nel tubo digestivo. La vescichetta è poi “interrotta” e caratterizzata dal dotto vitellino, un tubicino più lungo, che ne permette il nutrimento. Dopo appena una settimana da tale momento primordiale, il sacco vitellino inizierà a misurare appena 7 mm: dimensioni naturalmente molto ristrette, e incapaci di permettere una chiara visualizzazione dell’embrione contenuto al suo interno. La presenza del sacco vitellino potrebbe però far sorgere ben più di qualche sospetto di gravidanza, poi confermato dalle successive ecografie. Il sacco vitellino aumenta poi gradualmente, fino a scomparire intorno alla 10ma – 11ma settimana di gravidanza.
L’occasione ci è naturalmente utile per ricordare che in questi frangenti, e proprio al termine della 10ma settimana, si parla clinicamente di “embrione”, e solo superato questo momento si parla adeguatamente di “feto”. In verità, come risulta essere facilmente individuabile, la distinzione è solo indicativa, non essendoci una sorta di traguardo da scavalcare, e tale da rendere distintamente netta una particolare differenza. In altri termini, lo sviluppo è sempre graduale, costante e progressivo, senza interruzioni di sorta, ed è dunque una mera evoluzione di natura convenzionale, che viene fatta generalmente coincidere con il primo giorno dell’ultima mestruazione.
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Ma cosa accade durante queste prime 10 settimane all’interno del sacco vitellino?
Procediamo con ordine. Durante la terza settimana possiamo notare la fecondazione dell’ovocita, con contestuale formazione dell’embrione, che andrà ad impiantarsi all’interno della cavità uterina. Pochi giorni dopo, entrando nella quarta settimana di gravidanza (e, dunque, ancora all’interno del primo mese), all’interno dell’utero verrà appunto generato il sacco gestazionale, il cui compito sarà quello di ospitare adeguatamente la presenza dell’embrione.
È durante in questo periodo che inizia a svilupparsi gradualmente – ma in maniera incessante e di grande impegno! – lo stesso embrione. Naturalmente, date le ristrette dimensioni, non risulterà essere pienamente apprezzabile, e la sua forma sarà quella di un minuscolo cilindro. All’interno dell’embrione potranno comunque già formarsi in maniera declinata i somiti, delle sezioni specializzate che si occuperanno di alimentare la formazione di scheletro e di muscoli. È invece la sola parte esterna dell’embrione a poter entrare in diretto contatto con le pareti uterine, attraverso le quali si “alimenterà” dal sangue materno, che potrà fornire il primo nutrimento alla nuova vita.
Arriviamo dunque alla quinta e alla sesta settimana, fondamentali per il corretto sviluppo dell’embrione. Nella prima metà del secondo mese iniziano infatti a formarsi gli organi: verrà dunque in emersione il cuore (e saranno avvertibili le primissime pulsazioni cardiache), gli occhi, una primordialità di struttura cerebrale, e ancora il fegato, i genitali, la tiroide, lo stomaco, e così via.
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Una maggiore consapevolezza dello stadio di sviluppo dell’embrione si raggiunge intorno alla 7ma settimana. Nella seconda parte del secondo mese compaiono infatti quelli che saranno gli arti superiori e inferiori: per il momento si tratta solo di abbozzi, ma è comunque un… bel vedere! È sempre in questo periodo che risulterà essere apprezzabile il cordone ombelicale, e inizierà a svilupparsi anche la corteccia cerebrale.
Nell’ultima parte del secondo mese abbiamo invece la possibilità di apprezzare il ritmo regolare delle pulsazioni cardiache, mentre negli arti superiori apparirà una maggiore definizione, con individuazione delle dita. È in questo periodo che i genitali assumeranno una morfologia maschile o femminile. Si tratta comunque di dimensioni ultra ridotte: l’embrione in questa fase pesa ancora 1 solo grammo, e raggiunge 15 mm.
Giungiamo infine all’ultima parte di sviluppo dell’embrione e il suo scollinamento in feto. Nella 9a e nella 10ma settimana si sviluppano infatti le ossa, i nervi, i vasi sanguigni di maggiori dimensioni, i muscoli, e così via. Si formano le prime gemme dentali, e a livello cerebrale compare il corpo calloso, la struttura nervosa che sarà in grado di collegare i due emisferi cerebrali.