Sì, vanno evitate il più possibile le radiografie ai bambini. Le radiografie che fanno male sono solo quelle che non servono, cioè quelle per le quali esiste un’ indicazione sbagliata. Anche se non sono ancora chiari i rischi da raggi X nei bambini, sono però noti i possibili danni biologici (in particolare genetici e tumorali) causati dall’ esposizione dell’ organismo umano ad un eccesso di queste. Proprio per questo motivo il radiologo pediatra, oltre a stabilire se la radiografia è l’ analisi più appropriata al caso specifico, ha il dovere di ridurre il numero delle indagini radiografiche e le dosi di radiazioni in ciascuna esposizione. Vediamo quali sono gli esami alternativi ai raggi e quali i casi in cui non se ne può fare a meno.
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La tecnologia gli facilita il compito. Oggi lo specialista, oltre alla radiografia tradizionale (la lastra), ha a disposizione altre tecniche per effettuare esami ‘ per immagine’ . Tra queste, la radiologia digitale ha sicuramente un ruolo di primo piano dato che consente di ridurre fino a un decimo l’ intensità dei fasci radianti utilizzati e di migliorare la qualità delle immagini fornite dai raggi X attraverso la loro elaborazione al computer. Oltre alle analisi che fanno uso di radiazioni ionizzanti, compresa la Tac (tomografia assiale computerizzata), vi sono poi dei sistemi che non adoperano radiazioni a rischio e che, almeno fino ad oggi, non si sono dimostrate pericolose, come l’ ecografia, che utilizza gli ultrasuoni, e la risonanza magnetica, che invece si serve delle onde di radiofrequenza in campo magnetico.
Vediamo alcuni esempi pratici: una radiografia in caso di sospetta frattura al braccio o alla gamba può essere utile e non è invasiva perché interessa gli arti e non gli organi interni del bimbo. Anche la panoramica dei denti, se richiesta dal dentista che ha in cura il bambino, non deve mettere in allarme: la dose di radiazioni associata all’esame è minima. Dolori addominali per sospetta appendicite o infiammazione del colon? La radiografia non aggiunge nulla alla diagnosi: è sufficiente l’osservazione del piccolo, una normale visita e, nel caso, una semplice ecografia. Problemi alle anche? Ormai è di prassi, e risolutiva per la diagnosi, l’ecografia ai neonati al fine di confermare un’eventuale displasia all’anca.
E la Tac? Si fa solo quando è strettamente necessaria. Se un bimbo piccolo batte la testa e l’urto è violento, per prima cosa si osservano altri sintomi: è cosciente? Presenta sbalzi di umore? Vomita? Ha nausea? Il consiglio ai genitori è sempre quello di una visita al pronto soccorso, dove gli esperti sapranno valutare bene tutti i parametri prima di fare esami inutili. Dobbiamo lasciarci guidare dal principio del buon senso: gli esami radiografici non devono essere mai prescritti con superficialità.