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Punture di api e vespe: ecco cosa fare!

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Con l’arrivo della bella stagione si moltiplicano i rischi di subire le sgradite e pericolose punture di insetto. Un pericolo abbastanza limitato, che tuttavia ogni anno in Italia genera tra le 5 e le 20 morti, a causa di allergie al veleno degli stessi insetti. A ricordarlo sono i pediatri del Bambino Gesù di Roma, che spiegano altresì come poter individuare il problema e ridurre dunque al minimo i pericoli, principalmente determinati dalle ostruzioni gravi alle vie aeree, a loro volta determinate da raucedine, difficoltà a parlare, tosse, soffocamento, gola serrata.

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Diversi insetti, pungendo la nostra pelle, iniettano sostanze nocive che provocano bruciore, rossore, dolore e prurito. Questa reazione” – afferma in proposito l’allergologo Alessandro Friocchi – “è assolutamente normale se localizzata nella sede della puntura e se è limitata nell’estensione, nella gravità e nella durata. Si parla di allergia al veleno degli insetti quando invece la reazione è eccessiva: troppo estesa, grave e duratura. In qualche caso viene interessata gran parte di un arto, il rigonfiamento raggiunge un picco massimo entro le 48 ore e può durare fino a 7-10 giorni. A volte si presentano anche febbricola, spossatezza e nausea“.

In aggiunta a queste reazioni, possono esservi anche altre reazioni locali in aree di pelle molto distanti dalla zona della puntura, reazioni dell’apparato respiratorio (si pensi alle crisi di asma) e di quello cardiocircolatorio (grave calo della pressione).

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Ma cosa fare in caso di puntura di insetto? I consigli sono innanzitutto riconducibili alla possibilità di togliere immediatamente (entro 20 secondi, quando il veleno inizia a circolare) il pungiglione, qualora visibile, con un movimento che deve essere secco e rapido. Trascorsi i primi 20 secondi l’operazione è quasi inutile, visto e considerato che tutto il veleno sarà oramai stato liberato.

Fatto ciò, meglio applicare ghiaccio o impacchi freddi, identificando – ove possibile – l’insetto responsabile della puntura. “Occorre pianificare una visita specialistica dall’allergologo se la reazione è stata molto importante o se è stata classificata come reazione allergica” – ricordava qualche giorno fa il magazine Focus – “I bambini allergici ad altre sostanze (per esempio a pollini, acari, gatto, latte, uovo, eccetera) non hanno un rischio maggiore rispetto a quelli considerati non allergici di sviluppare, se punti, un’allergia al veleno degli insetti“.

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Qualcosa è inoltre possibile fare per cercare di prevenire le punture. In tal senso, meglio evitare di indossare degli indumenti molto colorati, e indossare vestiti con maniche lunghe e pantaloni lunghi. Evitate profumi e lozioni particolarmente forti e, se riuscite, utilizzate lozioni a base di sostanze ad azione repellente per gli insetti. Abbiate sempre con voi degli insetticidi pronto e facile impiego, senza lasciare all’aperto cibi di scarto.

Utilizzate inoltre grande cautela se visitate luoghi che più frequentemente sono sede di nidi di vespe e api, come le campagne durante i periodi di maturazione della frutta o durante la vendemmia.