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Placenta anteriore: cause e caratteristiche per la gravidanza

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La placenta rappresenta un elemento di estrema importanza e pregio per la gravidanza, visto e considerato che tale sostanza – che viene generata all’interno dell’utero materno – ha lo scopo fondamentale di nutrire e proteggere il feto, supportandone lo sviluppo nel corso del tempo. Si tratta peraltro di un organo deciduo, la cui funzione si esaurisce proprio in seguito allo sviluppo corretto del feto, e che pertanto ha una veste di estrema temporaneità. Ma cerchiamo di capirne un po’ di più, e comprendere cosa si intenda per placenta anteriore.

Cosa è la placenta

Abbiamo già introdotto quali siano le principali funzioni della placenta. Per completare, pur brevemente, la sua panoramica, e prima di addentrarci nel comprendere cosa si intenda per placenta anteriore, occorre tuttavia ricordare come tale elemento abbia una forma di disco, in grado di aderire perfettamente alla parete dell’utero. All’interno della placenta riusciranno a penetrare i vasi materni e fetali: dunque, contrariamente a quanto pensano molte persone, non vi è un vero e proprio contatto diretto tra il sangue materno e quello del feto, visto e considerato che il tutto viene filtrato e gestito dalla barriera della placenta.

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Quanto sopra risulta essere di fondamentale importanza quando si cerca di valutare compiutamente quel che accade nei nove mesi, tra il bimbo e la madre. Di fatti, la placenta è ben definibile come il primo e principale legame di natura fisica che viene a formarsi tra il piccolo e la madre. E, si badi bene, non è un vero e proprio “organo” materno, quanto un organo che viene proprio condiviso tra il feto e la gestante. Una parte della placenta sarà infatti originata proprio dal corpo materno, mentre la parte rimanente ha origine dal feto, formandosi proprio dai c.d. “villi coriali”, prolungamenti che sono determinanti dallo strato più esterno delle cellule embrionali. Una vera e propria “magia”, che rende così speciale il rapporto tra la madre e il figlio, all’interno di una relazione fatta di cure e di supporti.

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Cosa è la placenta anteriore

Veniamo dunque al vero e proprio oggetto del nostro odierno approfondimento, la placenta anteriore, definibile come la placenta che viene inserita sulla parte anteriore dell’utero, ovvero quella che viene rivolta verso l’addome materno. Ordinariamente, nonostante tale posizione, non vi sono particolari problemi per la donna che, pertanto, potrebbe continuare a sviluppare la sua gravidanza senza particolari pregiudizi. Pregiudizi che, sempre a livello ordinario (occorre infatti valutare fattispecie per fattispecie) dovrebbero essere assenti anche al momento del parto.

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Ma perché si genera la placenta anteriore, che alle future mamme fa tanto paura, prima che il medico chiarisca l’origine e le caratteristiche del termine? Clinicamente, nelle primissime fasi della gravidanza il trofoblasto (che non è nient’altro che il tessuto che poi permetterà di originare la placenta), circonda completamente la c.d. “camera gestazionale”. Dopo i primi tre mesi, di tale “anello” rimarrà solamente una parte, che poi assumerà la forma che sopra abbiamo già definito “a disco” della placenta, e che al centro potrà avere il cordone ombelicale, vero e proprio tubo di collegamento con il feto.

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Ora, è bene ricordare che la posizione della placenta non è sempre prevedibile, visto e considerato che tale elemento può inserirsi in diversi punti dell’utero. Ad esempio, la placenta può trovarsi ben distesa sul fondo (che in realtà è la parte dell’utero che viene riposta nell’area superiore), può inserirsi sulla parete uterina posteriore (cioè, nell’area che risulta essere maggiormente vicina alla colonna vertebrale), o ancora può assumere posizione laterale (indistintamente dalla parte sinistra o dalla parte destra) e infine in posizioni intermedie.

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Di qui, risulta anche essere intuibile che la placenta può formarsi nella zona anteriore, ovvero in quella che risulta essere più vicina alla parete addominale materna. Si parla dunque, in questo caso, di placenta anteriore, da non confondersi con la placenta previa, che è invece quella inserita in basso, ricoprendo il collo uterino.

Introdotto quanto precede, giova infine ribadire che la placenta anteriore non genera delle problematiche particolari nella donna e nel feto, e sia al momento della gravidanza, sia al momento del parto, sia nel secondamento, cioè nella fase in cui la placenta, avendo oramai concluso la sua utilità, verrà definitivamente espulsa.

A dir la verità, e salvo casi maggiormente oggetto di approfondimento, non dovrebbero destare particolari preoccupazioni nemmeno le altre inserzioni, con la sola eccezione della c.d. “placenta previa”, che comportando un’ostruzione (parziale o totale) del collo uterino, potrebbe complicare il monitoraggio della gravidanza e, soprattutto, rendere potenzialmente necessario un taglio cesareo al momento del parto.