Iperattività nei bambini
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Iperattività nei bambini: il ruolo dell’ambiente e dell’ereditarietà genetica

Iperattività nei bambini

Un bambino che è distratto, troppo loquace, troppo irritabile, e che mostra dei comportamenti particolarmente impulsivi per la sua età, viene automaticamente etichettato come iperattivo. Ma è davvero così? L’iperattività può essere causata da difficoltà di apprendimento, una vita familiare instabile, allergie alimentari, gli additivi alimentari, l’ingestione eccessiva di zucchero, dalla tossicità dei metalli pesanti o addirittura dalla necessità di portare gli occhiali.

Alcuni studi dimostrano che almeno la metà dei bambini iperattivi a cui veniva tolto l’uso di dolcificanti e dello zucchero, miglioravano nettamente. Un recente studio effettuato presso la Yale University School of Medicine ha fornito una possibile spiegazione del perché lo zucchero induce reazioni in alcuni bambini iperattivi.

L’inchiesta ha rivelato che, se ingerito dai più piccoli, lo zucchero rilascia il doppio della quantità dell’ormone stimolante l’adrenalina nel flusso sanguigno, rispetto a quanto avviene negli adulti. Tuttavia, eliminare unicamente lo zucchero dalla dieta non risolvere il problema.

Spesso, i fattori ambientali possono esagerare una condizione di iperattività preesistente. 

La caffeina, al pari dello zucchero, si trova in diverse marche di bibite gassate. In un’indagine che ha coinvolto 800 bambini in età scolare, quelli che consumano bibite contenenti caffeina avevano più probabilità di essere etichettati come iperattivi dai loro insegnanti rispetto a quelli che non facevano uso di tali sostanze. Approssimativamente, 5.000 additivi alimentari vengono utilizzati nei prodotti commestibili.

Ma, affinché tali sostanze facciano effetto, occorre sempre che vi sia una predisposizione genetica e un ambiente familiare in cui siano presenti alcuni comportamenti iperattivi. Sorprendenti i risultati a cui è giunto uno studio che ha tentato di combinare due approcci di ricerca per l’iperattività: l’approccio comportamento genetico e la verifica delle teorie psicologiche di iperattività.

Su un campione di 268 coppie di gemelli di età compresa tra i 7-11 anni di cui 46 erano coppie di gemelli iperattivi (coppie in cui almeno un gemello era iperattivo) e 47 coppie di gemelli di controllo, una parte sostanziale della varianza circa l’iperattività era dovuta agli effetti genetici.

Le conclusioni a cui ci portano le ricerche sopra citate? Fare attenzione al consumo di certe sostanze, quali lo zucchero e la caffeina per quanto riguarda tutti i bambini, soprattutto quelli con tendenze iperattive, e proporre un ambiente educativo positivo in cui il bambino possa ricevere molte attenzioni e poche critiche. Il rapporto tra i genitori può influire notevolmente sul comportamento del bambino.

Inoltre, poiché una condizione, come l’iperattività tende a nascere da una miscela molto complessa di cose, alcuni studiosi propongono ai genitori di eliminare dalla dieta del bambino l’assunzione di zucchero semplice e di fornirgli, di contro, una dieta ricca di carboidrati complessi, in particolare di fagioli.

Ed ancora, a causa del fatto che la condizione di iperattività è strettamente connessa alla dieta, agli stimoli chimici presenti nell’ambiente, come profumi, metalli pesanti, inquinanti e fumo di sigaretta, oltre che allo stress e alla stanchezza dei genitori, l’approccio dovrebbe essere ad ampio spettro d’azione.

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