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Erbe medicinali in gravidanza, attenzione a quali assumere

Erbe medicinali in gravidanza

Spesso le erbe medicinali vengono assunte con troppa facilità, dimenticandosi che la loro assunzione indiscriminata può comportare seri pericoli, soprattutto se si è nella dolce attesa. Pertanto, sebbene i rimedi naturali siano sempre più diffusi e le donne vengono sempre più incentivate ad utilizzarli, è bene parlare sempre con il proprio medico delle proprie abitudini in gravidanza, affinchè il rimedio naturale apparentemente innocuo non possa trasformarsi in qualcosa di fortemente controindicato per la salute del bebè.

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Insomma, sebbene i rimedi naturali possono essere notevolmente utili per poter risolvere alcuni dei disturbi tipici dei nove mesi (dalla nausea all’insonnia), è bene ricordato che i rimedi devono essere intesi come tali, ovvero come elementi che vanno a rimediare un significativo fastidio, e che pertanto debbano essere condivisi con il proprio medico.

ortica

In linea di massima, vi sono poi alcuni rimedi naturali che sarebbe opportuno escludere dal novero delle reali possibilità di assunzione: in tal senso, a produrre un elenco congruo è stata l’Aifa, l’Agenzia italiana per il farmaco, secondo cui nel primo trimestre di gravidanza l’utilizzo di erbe medicinali e derivati – compreso quello dei prodotti erboristici – dovrebbe comunque essere evitato o limitato ai casi di effettiva necessità e, ricordiamo, sempre su prescrizione medica.

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Fanno pertanto parte delle piante controindicate durante la dolce attesa Assenzio, Camomilla, Bardana, Ginseng, Melograno, Centella, Ortica, Trifoglio, Uva ursina, Ginepro, Prezzemolo, Menta, Calamo aromatico, Cannella, Issopo e Salvia. Il perchè è molto semplice: le erbe, soprattutto se assunte in dosi massicce, stimolano le contrazioni dell’utero incrementando il rischio di aborto spontaneo, o perchè provocano un’irritazione della mucosa uterina, o ancora perchè possono interferire con il normale sviluppo del feto.

Dunque, fate attenzione a quei rimedi che di per sè non sono dannosi, ma se uniti al periodo della gravidanza possono rivelarsi particolarmente pregiudizievoli.