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Congiuntivite neonati: da cosa dipende e come curarla

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La congiuntivite è un problema piuttosto comune nei neonati. Dal sole all’inquinamento, dal vento ad altri agenti atmosferici, sono numerosi i fattori che possono incidere negativamente sulla salute degli occhi dei piccoli, fino ad arrivare all’insorgenza di una vera e propria congiuntivite. Ma cosa fare? E come comportarsi? E quando c’è da preoccuparsi?

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Come riconoscere la congiuntivite nel neonato

La congiuntivite è facilmente riconoscibile poiché si manifesta con un gonfiore o con un’infiammazione della congiuntiva. Nei neonati, può dipendere principalmente dal dotto lacrimale bloccato, un piccolo canale che sotto la pelle va dal bordo della palpebra inferiore all’interno del naso. In tale dotto è presente una valvola che, con la crescita, apre il canalino nasolacrimale. Nei casi di ostruzione, l’occhio appare lacrimoso, mentre la palpebra inferiore è arrossata. In altri termini, è un po’ come se il bimbo avesse gli occhi appiccicosi.

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In altre ipotesi, la congiuntivite nel neonato è legata a un’infezione batterica o a qualche virus. In questi casi, è possibile che il contagio sia avvenuto con li passaggio del bimbo nel canale vaginale. Proprio per questo motivo alla nascita al bimbo possono essere instillate delle soluzioni antisettiche negli occhi.

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Come curare la congiuntivite nel neonato

Nelle ipotesi di comune congiuntivite neonatale, per curare e risolvere ogni problema è sufficiente lavare gli occhi con della soluzione fisiologica per 3 o 4 volte al giorno, fino a completa risoluzione del pregiudizio. Potete inoltre favorire il tutto massaggiando delicatamente con l’indice la zona di pelle tra l’angolo dell’occhio e la radice del naso, in maniera tale che il canale lacrimale ostruito venga aperto. Se anche nonostante tali indicazioni l’occhio si infetta, è possibile che il pediatra possa consigliarvi di somministrare un collirio antibiotico per almeno 4 volte al giorno, per una settimana.

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Se invece la congiuntivite non è la forma più comune, ma è figlia di un’allergia (che è invece la forma più comune da adulti), potete procedere in altro senso, ricordando che di norma la congiuntivite allergica è comunque limitata a pochi periodi dell’anno (vi sono tuttavia anche alcune forme croniche, che durano tutto l’anno). Il sintomo sarà prurito agli occhi e nella zona circostante, e possono manifestarsi anche rossore, bruciore, eccessiva lacrimazione.

In questa ipotesi, il pediatra potrà prescrivere un collirio antistaminico o un farmaco a base di cortisone. È importante poi proteggere gli occhi dall’esposizione ai raggi solari, anche con gli occhiali, considerando che il sole può incrementare il fastidio e peggiorare l’allergia. I bambini che sono affetti da altre allergie o forme d’asma sono inoltre quelli maggiormente predisposti a sviluppare congiuntivi allergiche.

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Se invece la congiuntivite è di natura batterica, potrà essere riconosciuta dalla presenza di una caratteristica secrezione giallognola, e dall’aspetto appiccicoso degli occhi, soprattutto al risveglio. Spesso tale situazione è altresì associata a raffreddore e influenza. Per curare la congiuntivite batterica è sufficiente una pomata antibiotica, sotto monitoraggio del pediatra. Di norma già dopo 2-3 giorni è possibile osservare qualche miglioramento, con ritorno all’asilo quando la secrezione del pus è cessata del tutto.

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Infine, è possibile che la congiuntivite sia dovuta a un virus come l’adenovirus, l’herpes simplex, l’herpes zoester. In questo caso si manifesterà in maniera piuttosto acuta e ad entrambi gli occhi, con secrezione acquosa abbondante. Fortunatamente, la congiuntivite di questa natura guarisce da sola, e spesso i farmaci vengono consigliati solamente per alleviare i sintomi di disturbo. La cura potrebbe dunque prevedere l’utilizzo di colliri antibiotici, colliri che contengono sostanze antinfiammatoria, e ancora colliri a base di farmaci virali.