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Bambini maltrattati a scuola: i segnali di allarme che dobbiamo saper riconoscere

 

 

Così attenti ai nostri figli, li scortiamo sempre, li mandiamo a casa di amichetti con famiglie super-garantite ma come fare ad essere “sicuri della loro sicurezza” a scuola, dove trascorrono dalle 6 alle 8 ore al giorno? Specie se si tratta di maltrattamenti, episodi di bullismo che sono più frequenti, per fortuna, di abusi, un bambino tende a non raccontare, perché scatta in lui un senso di vergogna, si sente in colpa. Il bambino prova sofferenza e non sa collegare il malessere all’esperienza traumatica subita. Ecco allora alcuni atteggiamenti del bambino che devono destare la nostra attenzione
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bullismo

 

1. Non l’ha mai fatto, ma da un po’ si spaventa facilmente, piange e si lamenta;

2. Torna ad avere comportamenti infantili, come bagnare il letto o succhiare il pollice, rannicchiarsi;

3. Si comporta in maniera aggressiva con gli amichetti;

4. manifesta sintomi fisici, come mal di testa, mal di pancia;

5. manifesta un attaccamento esagerato per i suoi oggetti, un giocattolo, un peluche e ha paura di perderli;

6. ha sbalzi di umore;

7. ha incubi durante la notte e chiede di dormire nel lettone;

8. non va volentieri a scuola, trova scuse per essere accompagnato fino in classe da mamma o papà;

9. si attribuisce la colpa di episodi quotidiani che accadono a casa;

10. subentrano nuove paure, ad esempio la paura di morire

A questo punto, non vale il principio di dimenticare qualunque cosa sia successa, perché nella mente dei bambini sono esperienze che lasciano un segno più profondo che negli adulti, quindi occorre parlare e farsi aiutare: la cosa migliore che un genitore possa fare è quella di avere sempre un dialogo aperto col proprio figlio e avergli inseegnato a raccontare con le parole le proprie emozioni.