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Bambini bravi a scuola, può dipendere anche dalla memoria a tre anni

Sulla rivista Intelligence è stato recentemente pubblicato un articolo che si occupa di indagare sulla memoria dei bambini, e sulle ripercussioni della memoria in giovanissima età, e il futuro scolastico. Condotto da un team canadese coordinato da una ricercatrice italiana, l’osservazione ha finito con il coinvolgere circa 1.800 bambini dall’età di tre anni, poi incontrati nuovamente all’età di 12 anni, sottoponendo loro test calibrati e differenziati.

In particolare, il campione è stato coinvolto in una prima fase di test che si è contraddistinta per un’attività manuale che potesse richiedere l’ausilio di memoria visiva. Questo tipo di azione, vista, memorizzata e replicata, prende infatti il nome di memoria di lavoro, e può essere una utile spia per poter verificare l’efficacia di alcune azioni intraprese.

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Il campione è stato poi incontrato svariati anni dopo, ed è stato sottoposto a una seconda fase di test: in questa occasione è inoltre stato analizzato anche il livello di abbandono scolastico, cioè le possibilità che questi giovanissimi studenti non frequentassero e terminassero le scuole superiori.

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Ebbene, lo studio sostiene che chi a tre anni aveva mostrato un’ottima memoria di lavoro (come sopra descritta) era altresì un soggetto a minori possibilità di abbandono del proprio percorso di studi. Dunque, una maggiore memoria di lavoro verificata a tre anni, sarebbe strettamente connesse al successo scolastico. Di qui, una ulteriore valutazione: meglio cercare di stimolare la memoria dei bambini fin da subito, con giochi di memorizzazione e altre attività di supporto.