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Allattamento al seno, c’è ancora tanto da fare

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Il Ministero della Salute ha promosso uno studio nel quale fa il punto sulle consuetudini dell’allattamento al seno e, di conseguenza, su quanto ci sia ancora tanto da fare sotto il profilo della promozione di tale pratica.

Nel suo lungo comunicato, il Ministero ricorda come “l’assenza di un monitoraggio a livello nazionale sull’allattamento al seno (sia come avvio, che come durata) non permette di acquisire un dato epidemiologico (giudicato essenziale da OMS e Ministero della Salute) relativo alla salute della popolazione“, ma che è comunque cercare di porre in essere alcune valutazioni sulla base di singoli monitoraggi strutturali, ribadendo come “il tasso di allattamento al seno alla dimissione dagli ospedali dopo la nascita è un indicatore di qualità delle cure fornite dall’ospedale; si rileva che attualmente manca una estesa conoscenza dei tassi di allattamento in dimissione dai punti nascita e che, laddove disponibili, tali dati evidenziano un’ampia variabilità inter-aziendale. Ciò fa ritenere che in molti punti nascita non si applichino o si applichino solo parzialmente o senza particolare successo le modalità organizzative ed i protocolli assistenziali, che invece sono notoriamente facilitanti l’avvio dell’allattamento al seno. L’Ospedale Amico dei Bambini e la Comunità Amica dei Bambini sono modelli reali, presenti nel nostro paese, ai quali le aziende sanitarie possono ispirarsi, anche qualora non intendano intraprendere un percorso formale per l’accreditamento”.

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Stabilito quanto precede, il Ministero ha ritenuto opportuno ricordare come le attività di promozione dell’allattamento al seno siano state più efficaci in tutte quelle occasioni in cui l’Assessorato Regionale alla Sanità ha nominato un referente o un delegato per l’attività.

Complessivamente, precisa ulteriormente il rapporto, “la promozione dell’allattamento al seno non appare ancora considerata rilevante e tale da indurre a chiari investimenti in termini di programmazione e policy. Serve maggior decisione nella implementazione degli interventi di promozione dell’allattamento al seno a livello delle singole Regioni e/o Province Autonome“.

Insomma, tanto sembra rimanere da fare. Tant’è vero che – conclude il Ministero – raramente si utilizzano i corsi strutturati da parte dell’Unicef, o altri programmi didattici. E voi che ne pensate? Avete ricevuto delle sensibilizzazioni sull’utilità (necessità!) dell’allattamento al seno?

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