Arriva dalla Tribuna di Treviso un triste storia che si sta definendo in maniera più specifica proprio in questi giorni, e che sta purtroppo facendo emergere dei contorni di particolare drammaticità e crudeltà.
Secondo il quotidiano, infatti, i risultati dell’autopsia effettuata sul piccolo corpo di una neonata ritrovata sepolta in un campo di Trebaseleghe, nell’area padovana, non lascerebbero spazi a grandi dubbi: i resti non farebbero infatti pensare a un feto (e dunque a un aborto), bensì a una bimba nata regolarmente in un’età superiore ai 7 mesi, e poi brutalmente assassinata a colpi di coltello. Quindi, seppellita.
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Secondo le indagini, a effettuare questo gesto criminale dovrebbe esser stata la madre 17enne, forse in compagnia dell’altro genitore (un ragazzo di 18 anni): un infanticidio, dunque, con modalità che non possono certamente lasciare indifferenti.
Le indagini stanno inoltre continuando proprio mentre scriviamo, condotte dalla procura dei minori di Venezia che, per il momento, ha aperto un fascicolo nei confronti della 17enne per procurato aborto. Unitamente al fidanzato di 18 anni doveva rispondere anche per una denuncia per aver fornito false generalità ai medici. Ad ogni modo, il legale dei due giovanissimi genitori ha già reso noto che il feto non aveva alcuna lesione.
Sempre secondo la ricostruzione effettuata dal quotidiano, sembra che il corpicino della neonata fosse stato avvolto nella maglietta della madre e, quindi, chiuso in un sacchetto di nylon. Ad aggravare la posizione dei genitori c’è anche il fatto che sul computer del padre sono risultate effettuate delle ricerche su Internet, al fine di conoscere in che modo potersi sbarazzare di un figlio evidentemente non voluto. Tra le ricerche effettuate, farmaci abortivi alternativi a quelli che vengono utilizzati legalmente negli ospedali per le interruzioni di gravidanza farmacologiche.
Una vicenda oscura, la cui luce sta emergendo in questi giorni.
