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Raffreddore nei bambini, ecco come intervenire

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Tra l’autunno e la primavera, i bambini sono spesso colpiti dal comune raffreddore. E spesso sono colpiti dal raffreddore in maniera ancora più frequente di quanto possiate immaginare, visto che alcune analisi affermano che in una sola stagione i più piccoli possono essere colpiti da tale malanno anche 6-8 volte. Ma da cosa è determinato il raffreddore nei bambini? E come si può intervenire?

Per poter compiutamente rispondere ai quesiti, iniziamo con il ricordare che il raffreddore è provocato dai rinovirus, ed è molto difficile evitare di incontrarli, considerando che d’inverno ne circolano, nell’aria, 260 specie diverse, alcune delle quali molto persistenti e pronte a sfogare tutta la loro incisività.

Perchè ne soffrono soprattutto di inverno?

Il freddo invernale può facilitare la strada dei virus, perché paralizza le ciglia della mucosa nasale che difendono e detergono le prime vie aree. Dunque, la mucosa viene in qualche modo minata nella sua azione naturale di protezione. Qualcosa si può comunque fare: una sciarpa da avvolgere intorno al collo, bocca e naso, può garantire che l’aria eccessivamente fredda possa nuocere alla mucosa.

Le soluzioni nasali sono utili!

Per prevenire e curare il raffreddore, le comuni soluzioni nasali acquistabili in una farmacia che ha prodotti per la pediatria, possono dare un grandissimo sollievo. Servono infatti a decongestionare le fosse nasali e facilitare il deflusso del muco verso l’esterno, evitando ristagni che sono altamente a rischio. I ristagni sono infatti il terreno tradizionale in cui i germi possono proliferare, dando poi il via ad altre infezioni delle vie respiratorie come sinusiti o otiti. Si possono utilizzare ogni giorno, instillandone 2-3 spruzzi per narice, mattina e sera.

Come prevenire il raffreddore

Qualche riga fa ci siamo soffermati sul fatto che effettivamente è molto difficile evitare di incontrare i virus che sono alla base del raffreddore. Questo non significa tuttavia che non si possa prevenire il raffreddore, cercando magari di tenere il bimbo lontano dai locali molto affollati e, se questo non è possibile, cercando sempre di respirare con il naso e non con la bocca: le mucose nasali sono dotate di piccole ciglia che, a mo’ di spazzole, allontano i virus. Inoltre, le stesse mucose producono anche immunoglobuline anticorpi specifici che, da sentinelle, contrastano le loro aggressioni. In caso di starnuti o di colpi di tosse nelle vicinanze è utile soffiarsi il naso per allontanare al più presto eventuali intrusi.

Ricordate altresì che è inutile spaventarsi se il raffreddore nei bambini non “va via” entro 1-2 giorni. Il raffreddore dura infatti circa una settimana, e inizia un paio di giorni d’incubazione in cui gli unici sintomi sono un leggero bruciore del naso e della gola. Successivamente c’è la fase più “visibile, che dura 2 o 3 giorni e in cui è particolarmente contagioso, caratterizzata da starnuti e naso che cola. Nei due giorni successivi, invece, i sintomi tendono a ridursi progressivamente e, grazie alle reazioni di difesa innescate dall’organismo del bambino, il piccolo torna a star bene.