Tra i numerosi disturbi che vengono legati alle mestruazioni, uno dei più comuni è quello della polimenorrea, una frequente condizione che determina l’accorciamento del periodo intermestruale. In altre parole, le mestruazioni si verificano prima del tempo, con superamento dei canonici 24 giorni dal loro termine. La polimenorrea è pertanto quel disturbo delle “mestruazioni in anticipo”, una condizione che non sempre è legata a elementi che vale la pena di approfondire, ma che spesso può essere il segnale di elementi che è bene mettere a correzione.
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Di fatti, quando la polimenorrea rappresenta un unico evento, o un evento sporadico, la donna non dovrebbe affatto preoccuparsi. Le mestruazioni in anticipo potrebbero infatti essere legate al semplice fatto che è relativamente normale che il ciclo mestruale presenti alcune irregolarità come lo stress, i cambiamenti di stagione, la stanchezza, e tanto altro. Può dunque accadere che l’emorragia mestruale ritardi (è il caso della menorragia) o anticipo (come il caso della polimenorera). Si parla poi di una condizione di poli-ipermenorera, quando le mestruazioni non solo si manifestano con distanze molto brevi, ma anche con flussi di sangue più abbondanti e più “lunghi” del solito.
Ma quali sono le cause delle mestruazioni in anticipo? Le determinanti sono numerose, e difficilmente sintetizzabili. Tra le principali vi è la riduzione del c.d. “stadio proliferativo”, o una diminuzione della “fase secretiva”. Nel primo caso è bene non preoccuparsi eccessivamente; nel secondo caso è invece bene effettuare alcune analisi per comprendere o meno se le mestruazioni in anticipo con diminuzione della fase secretiva siano o meno indice di infertilità. Alcune analisi hanno inoltre dimostrato che le donne che hanno delle patologie cardiache sono quelle più esposte a manifestare polimenorrea, un fenomeno che può altresì essere influenzato da un’alterazione a livello dell’endometrio. In altre parole, quando la mucosa della cavità interna uterina (cioè, l’appena ricordato endometrio) non risponde correttamente a uno stimolo ormonale, può comparire la polimenorrea.
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Su quanto sia diffusa la polimenorrea, può venire in soccorso il ricco elenco di studi in materia. Su un sito viene ad esempio ricordato come “la polimenorrea si presenta nel 13% delle bambine durante il primo anno del menarca (periodo che coincide con la prima mestruazione): l’organismo deve ancora equilibrare il proprio assetto ormonale e necessita un po’ di tempo per assestarsi. Nel secondo anno dalla manifestazione del primo ciclo ovarico, la polimenorrea si verifica nel 7,5% dei casi, per scendere al 6% nel terzo anno”. Ma quali valutazione poter porre in essere in seguito a tali dati?
In parole più pragmatiche, se la polimenorrea si manifesta all’inizio dell’età fertile, non dovrebbe provocare delle conseguenze interne all’organismo. I cicli mestruali delle donne molto giovani sono infatti contraddistinti da una fase follicolare piuttosto breve, ma con ovulazione e ciclo ovarico regolari e adeguate. In tali giovani donne la polimenorrea viene inoltre spesso associata a ipermenorrea: cioè, mestruazioni in anticipo, abbondanti, di lunga durata.
Se invece avviene nelle donne adulte, le mestruazioni in anticipo vengono frequentemente abbinate a un’alterazione di produzione di progesterone. Potrebbe inoltre dipendere dalle alterazioni a carico della tiroide, e dall’incremento della prolattina nel sangue.
Sebbene, come abbiamo visto, non sempre la polimenorrea sia un fenomeno che merita grandi approfondimenti e grandi preoccupazioni, la donna dovrebbe comunque rivolgersi a un medico per un controllo ginecologico, con relativa biopsia del tessuto, e conseguente diagnosi puntuale del problema. Una volta accertato il problema, spesso il medico può consigliare la somministrazione di un progestinico, per durate che variano da paziente a paziente, ma generalmente lunghe almeno qualche mese. Anche la pillola anticoncezionale potrebbe essere utile per poter ripristinare l’equilibrio.