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Maternità anticipata: di cosa si tratta e come richiederla.

Maternità anticipata

Ogni donna, nella fase pre parto ed in quella immediatamente dopo, ha diritto ad astenersi dall’attività lavorativa, qualunque essa sia, per tutelare la salute della neo mamma, e del nascituro.

Ci sono poi casi in cui la condizione della donna o quella del nascituro siano a rischio e creandosi una condizione di incompatibilità con il luogo o le mansioni di lavoro si ricorre alla condizione di maternità anticipata, condizione questa tutelata dalla legge.

Il congedo ordinario dal lavoro (congedo obbligatorio).

maternità anticipata

Ogni mamma…, anche una donna che stia per diventarlo, tra i suoi diritti rispetto all’ attività lavorativa possiede anche quello di astenersi (anzi, obbligatoriamente) dalle attività lavorative due mesi prima del lieto evento ed anche per il trimestre successivo al parto, quindi ben 5 mesi in totale. Però alcune situazioni possono prevedere anche per legge la richiesta di maternità anticipata, al fine di porre una tutela alla salute della mamma e, ovviamente, del nascituro.

La retribuzione spettante alla madre, lavoratrice dipendente, nel  periodo di congedo obbligatorio è dell’80% della retribuzione media giornaliera. Per le  lavoratrici autonome, rimane l’80% della retribuzione convenzionale.

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La differenza della retribizione rimane a carico del datore di lavoro, in quanto i I contratti nazionali garantiscono l’intera retribuzione alle donne in congedo di maternità.
Astenersi dal lavoro, nel periodo pre e post parto, come descritto sopra, è obbligatorio. A questo periodo puo’ aggiungersi un periodo facoltativo di astensione dal lavoro, per un massimo di 10 mesi, e con una retribuzione del 30% dello stipendio normalemente riconosciuto.

Il congedo straordinario dal lavoro (maternità anticipata propriamente detta).maternità anticipata

Oltre aitre mesi prima del parto ed i due mesi dopo la nascita del bebè, congedo di maternità obbligatorio, alle future mamme, per tutelarne al meglio la salute, compresa quella del nascituro, vengono riconosciuti e tutelati alcuni casi di maternità anticipata. Questo accade per quelle lavoratrici che per mansioni si trovino in ambienti pregiudizievoli per una corretta gestazione esente da danni e che non possono essere spostate in altri uffici e/o altre mansioni, ma accadee anche a quelle donne che, pur svolgendo un lavoro compatibile con il loro stato di donna incinta,si trovino in condizione di gravidanza a rischio per patologie legate alla gestazione. In questo caso, dietro richiesta del medico, per legge possono trascorrere a casa i mesi prima del parto.

Come richiederla

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Immaginiamo che ogni donna, dal momento in cui ha scoperto di essere in dolce attesa, si rivolga ad un ginecologo, eleggendolo proprio medico di fiducia e a cui si  affidi per  essere seguita nella fasi della gestazione ma anche in quelle del parto… ed oltre ancora.

Sarà lui a stabilire, in prersenza di macchie neglil slip, eccesso di nausea o di qualunque altro fastidio,  se si tratti di disturbi passeggeri, naturale evoluzione della condizione di gestante,  o se invece è opportuno che la neio mamma si prenda un periodo di riposo e di assenza al lavoro.

A volte un breve periodo di risposo può aiutare a gestire meglio i fastidi tipici della nuova condizione di donna incinta ed avviarsi verso una gestazione felice e serena. Ma non sempre è cosi. A volte anche fastidi che sembrano minimi possono ingigantirsi e divenire fastidiose complicanze.

A questo punto sarà il medico a valutare se  esistono le condizioni per un rientro in ufficio o piuttosto quelle per una maternità anticipata.

Sarà proprio il ginecologo a fare richiesta di maternità anticipata precisando le condizioni di salute della donna.maternità anticipata

A questo punto, per ottenere il riconoscimento di congedo di maternità anticipata, la futura mamma

deve recarsi nella sede di competenza dell’Ispettorato del Lavoro munita di un certificato  del ginecologo riconosciuto dal  Servizio Sanitario Nazionale che attesti lo stato di gravidanza e la data presunta del parto oltrechè la diagnosi della gravidanza a rischio e la prognosi per la richiesta stessa della maternità anticipata.

Puo’ poi succedere che non ci siano rischi o pericoli oggettivi nella gestione della gravidanza, né per la mamma né tantomeno per il nascituro, ma sia l’ambiente di lavoro ad essere incompatibile con una donna incinta, su richiesta dell’Ispettorato del Lavoro, all’Asl di competenza, spetta una verifica  sul luogo di lavoro, per determinarne le condizioni di rischio e/o di compatibilità con la condizione della donna. In tal caso, in assenza di idonei presupposti di compatibilità e sicurezza,  la gestante o viene trasferita ad altra mansione o viene posta in maternità anticipata.img_5966

E’ bene precisare che, una volta ottenuta il congedo di maternità anticipata, che di solito viene riconosciuto in un tempo massimo di sette giorni,  le donne che siano in maternità anticipata, non sono obbligate a restare a casa, al pari di altre situazioni di malattia, in attesa della visita fiscale da parte del medico del lavoro incaricato dall’INPS.

Va da sé che una donna a cui sia stata riconosciuta la condizione di gravidanza a rischio se ne stia tranquilla a riposo, a soddisfare solo quesi desideri che aiutano a vivere una condizione di pace e di rilassamento. Questo lo si deve a se stesse e sopratutto al futuro nascituro.

Buona musica rilassante, e buone letture, sono quello che consigliamo.