Uno studio californiano pubblicato sulla rivista Journal of Neuroscence apre un nuovo scenario sulla c.d. “depressione ereditaria“, sostenendo che in alcune ipotesi è possibile che la mamma “trasmetta” la propria depressione alla figlia. Per lo studio, il responsabile di tale meccanismo di trasmissione sarebbe il sistema cortico-limbrico, che include l’amigdala, l’ippocampo e la corteccia del cingolo anteriore e quella prefrontale: un complesso sistema che regola le emozioni e, di qui, anche l’insorgenza della depressione e di altri disturbi dell’umore.
I ricercatori Hoeft dichiarano in proposito che il proprio studio è il primo a mostrare in maniera chiara, attraverso la risonanza magnetica di entrambi i genitori biologici e dei figli, come sia possibile una trasmissione matrilineare dei circuiti corticolimbici umani che sono coinvolti nella depressione.
I ricercatori sottolineano altresì che posti a confronto tra loro, dai dati analizzati sarebbe emerso come i risultati di tali esami abbiano permesso di scoprire come il volume di materia grigia nel sistema limbico di madri e figlie, mostrava analogie evidenti, mentre la stessa cosa non si verificava, ad esempio, per i figli maschi, o ancora con il padre e i figli di ciascun sesso.
Dunque, per i ricercatori è possibile che sia ereditabile, ma solo da madre a figlia, quel circuito cerebrale che è responsabile di emozioni, di cambiamenti di umore e, dunque, della depressione.
Se i risultati dello studio dovessero ora essere confermati dalle altre analisi in corso di predisposizione, significherebbe l’apertura di una nuova strada interpretativa per la ricerca sui modelli di trasmissione intergenerazionale nel cervello umano. I ricercatori hanno ora l’intenzione di verificare i propri dati sulla base dell’analisi delle famiglie con figli concepiti con diverse tecniche di fecondazione, isolando pertanto gli effetti genetici da quelli ambientali.