La farina è da sempre un ingrediente fondamentale all’interno della tradizione culinaria italiana, in quanto base dei moltissimi lievitati che consumiamo giornalmente. Negli ultimi tempi è aumentata la consapevolezza nell’acquisto delle farine soprattutto grazie all’arrivo sul mercato di molte qualità particolari, ma vi è ancora un errore che in molti commettono, ovvero quello di pensare che la farina e la semola siano la stessa cosa. Nonostante siano entrambi prodotti dal grano ottenuti con procedimenti simili, questi hanno però risultati molto diversi una volta inseriti in un impasto. Vediamo quindi le differenze e i loro usi in cucina.
Farine: caratteristiche e categorie
Partiamo subito dal presupposto che non tutte le farine sono uguali, ne esistono infatti in tutto 5 tipi diversi, ognuno con le proprie caratteristiche. Sceglierle non è facile, ma molto dipende dal tipo di lavorazione che volete ottenere, vediamo insieme tutte le tipologie.
Tipo 00
Si tratta della più comune e della più raffinata, senza crusca e ad alto contenuto di amidi. Non è consigliata per le lievitazioni lunghe, meglio utilizzarla per biscotti, torte, pasta frolla e pizza fatta in casa.
Tipo 0
È leggermente meno raffinata rispetto a quella precedente e contiene più crusca, che ha comunque ottime proprietà per l’organismo, e proteine, ecco perché si può usare per le lievitazioni più lunghe, come ad esempio il pane e le focacce.
Tipo1
Questa farina contiene molte più fibre in quanto è prodotta dalla macinatura, oltre che della crusca e dell’endosperma, anche di una piccola parte del germe. È adatta sia alla preparazione di torte e biscotti sia alle lievitazioni più lunghe, ma è bene ricordarsi che assorbe molta più acqua delle precedenti.
Tipo 2
Anche nota come “semi-integrale”, contiene molta più crusca e una quantità elevata di proteine e vitamine. Assorbe circa il 65% del suo peso in acqua e si presta a moltissime lavorazioni diverse.
Integrale
Dal punto di vista nutrizionale è sicuramente la farina più completa, in quanto presenta tutte le componenti del chicco di grano. Viene spesso aggiunta ad altre farine, proprio per rendere l’impasto più panificabile e singolarmente può assorbire il 75% del suo peso in acqua.
Semola e semola rimacinata: le caratteristiche
La semola è il risultato della macinatura del grano duro ed è facilmente distinguibile grazie al suo colore giallo e alla grana piuttosto spessa. Gli impasti di semola sono poco elastici e più difficili da lavorare, infatti sono perfetti per le paste fresche e secche. Così come la farina, anche la semola presenta tipologie diverse in base alla macinatura; tra le più utilizzate troviamo la semola rimacinata che presenta una grana molto più fine e di conseguenza adatta a diversi tipi di lavorazione.
I differenti usi in cucina
Si sa che gli usi della farina sono infiniti e che è possibile variare tra le varie tipologie in base soprattutto al tipo di cottura e di lievitano che si vuole ottenere; biscotti, torte, crostate, paste fresche, pane, pizza e focacce, con la semplice farina ci si può sbizzarrire. La semola è naturalmente più complessa da utilizzare in alcune lavorazioni, ma la semola rimacinata, come spiegato anche su siti specializzati, è perfetta per fare in casa pane, pasta e pizza.
La semola, poi, viene preferita nella produzione della pasta grazie alla sua resistenza alla cottura, moltissimi piatti della tradizione centro-sud Italia infatti la vedono come protagonista. Se amate sperimentare con impasti nuovi, la semola è sicuramente un prodotto da scoprire.
Ecco quindi tutte le differenze tra farina e semola, come sceglierle al supermercato e come utilizzarle a casa.