Anche se sono passati più di 10 anni dalla scomparsa della piccola Denise, Piera Maggio, la madre della bimba sparita nel nulla, non ha la minima intenzione di arrendersi.
“Non mi do pace: auguro a questa gente di provare a vivere per un giorno solo con il dolore che io mi porto nel cuore da dieci anni, forse solo così capirebbero quanto male sono riusciti a causare” – affermava pochi giorni fa Piera ad un settimanale – “Denise è viva, mia figlia è a questo mondo solo che non sappiamo dove. Quello che chiedo da sempre è che si dica la verità”.
La ferrea volontà della signora Maggio non è d’altronde casuale, visto e considerato che Jessica Pulizzi, assolta in primo grado, in appello siede ancora sul banco degli imputati con un’accusa gravissima che ricade sulle spalle della sorellastra della scomparsa: avere avuto il ruolo di mente e braccio nel rapimento della bambina.
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Le ultime novità potrebbero inoltre fornire un radicale cambiamento nell’approccio processuale, visto e considerata la crepa che si è aperta nella posizione di Alice, sorella di Jessica Pulizzi, che proprio nell’immediatezza del rapimento ebbe modo di confermare e rafforzare l’alibi dell’imputata. Un’analisi sui tabulati telefonici riapre infatti l’interrogativo principale sul momento della scomparsa della piccola: quando Denise scomparve, dov’erano Jessica e Alice Pulizzi, e dov’era la madre, Anna Corona?
Alice fin dal primo interrogatorio affermò di aver trascorso tutta la giornata del rapimento con la sorella Jessica. A complicare la dimostrazione di quanto sopra è tuttavia il fatto che tutti i soggetti coinvolti nelle indagini avevano a disposizione più utenze telefoniche, e avevano l’abitudine di cambiare con frequenza e costanza le SIM. Ne è conseguita una maggiore difficoltà a rintracciare gli spostamenti.
Non solo: secondo il settimanale Giallo in edicola Anna Corona, che aveva stretti contatti telefonici con una cara amica, Stefania Letterato, ha interrotto bruscamente ogni rapporto telefonico con quest’ultima non appena si rese conto che i telefoni erano sotto controllo. Le indagini si allargarono ad un’altra utenza con cui la Letterato era in contatto, e relativo a un esponente delle forze di polizia di Mazara del Vallo. Il cellulare della Letterato rimase inattivo dal momento dell’avvio delle intercettazioni, per poi essere riutilizzato dal momento in cui l’autorizzazione ad intercettarlo decadde.
Inoltre, emerge che il telefono di Anna Corona, alle 7 del giorno della scomparsa di Denise, fu agganciato da alcune celle nella zona tra Alcamo e Trappeto, lontano dalla posizione “affermata” dalla donna. A questi dubbi si aggiunge l’intercettazione ambientale dell’11 settembre 2004 in cui Jessica avrebbe detto alla madre: “quando ero con Alice gliel’ho portata a casa”.
Secondo l’esperto Genchi, con dichiarazioni riportate dal settimanale Giallo: “Sono convinto che l’80% della non riuscita del ritrovamento di Denise sia dovuto ai contatti avvenuti tra Anna Corona e Stefania Letterato”.