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Contrazioni in gravidanza: cosa vogliono dire, mese per mese

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Anche se i medici si profondono in rasserenamenti di varia natura, le contrazioni in gravidanza rappresentano sempre un momento di particolare tensione e agitazione per la donna che le avverte. È tuttavia un fenomeno piuttosto comune sul quale raramente val la pena preoccuparsi. Ma da cosa derivano? Quali sono le loro caratteristiche? E quando bisognerebbe realmente andare ad approfondire le cause?

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Contrazioni nel primo trimestre

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Iniziamo a concentrare il nostro “viaggio” temporale sulle contrazioni in gravidanza con il primo trimestre. Già nelle prime settimane è possibile avvertire dei dolori che ricordano quelli mestruali, con un senso di diffusa pesantezza nel basso ventre. A determinarli dovrebbero essere gli impianti del prodotto del concepimento nell’utero, che si verifica intorno alla quarta settimana. Il senso di peso deriva invece dall’endometrio, che in questo periodo è “pieno” poiché si prepara ad accogliere la nuova vita. In questo momento la donna non sospetta ancora di essere incinta, e confonde spesso tali dolori con le mestruazioni.

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Dunque, inutile preoccuparsi per qualche dolorino. Se tuttavia si fanno persistenti, e sono accompagnati da sensazioni più profonde la basso ventre e ai reni, è meglio compiere un’analisi presso il proprio medico di fiducia, al fine di escludere qualsiasi potenziale pregiudizio per la propria salute.

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Contrazioni nel secondo trimestre

Nel corso del secondo trimestre – e in particolar modo a partire dalla 20ma settimana – le piccole contrazioni sono direttamente ricollegabili ai primi movimenti del bimbo. In ogni caso, non si parla di contrazioni vere e proprie, quanto di sensazioni avvertite di indurimento e di fastidio. A volte sono inoltre gli stessi movimenti bruschi della madre a creare il riflesso delle contrazioni.

In tal proposito, è bene cercare di rassicurare le madri su quel che sta loro accadendo e, soprattutto, suggerir loro di non massaggiarsi il ventre: tale comportamento può infatti favorire le contrazioni, anziché indurle a cessare.

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Anche in questo caso difficilmente le contrazioni devono essere oggetto di preoccupazione. Se tuttavia le contrazioni compaiono indipendentemente dai movimenti del feto o dai cambi di posizione della mamma, o quando il dolore è forte e si ripete a intervalli regolari, è bene compiere un opportuno approfondimento.

Contrazioni nel terzo trimestre

Anche nel terzo trimestre le contrazioni sono direttamente ricollegate ai movimenti del bambino o a quelli della mamma (si pensi al comportamento della donna che cambia repentinamente la propria posizione a letto, o è seduta nel divano e solleva le gambe). È inoltre normale avvertire un indurimento del pancione se la donna compie dei piccoli sforzi o cammina più velocemente del solito: si tratta infatti di stimoli meccanici che sollecitano di riflesso l’utero. Per evitare questo genere di contrazioni è sufficiente rallentare i propri ritmi e fare le cose con più calma: d’altronde, siete incinta, e non val la pena correre rischi per agire di fretta!

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Al termine della gestazione – intorno alla 38ma settimana – le contrazioni potrebbero assumere i connotati di evento preparatorio, che consentiranno gradualmente al collo dell’utero di modificarsi, preparandosi dunque alla dilatazione. La fase è quella prodromica, che può iniziare anche due settimane prima del vero e proprio travaglio. Solitamente tali contrazioni si avvertono di notte, e si giunge a un maggiore rilassamento al mattino. Se invece al mattino non cessano ma – di contro – diventano più intense e regolari, è bene avvicinarsi in ospedale, poiché può accadere che il travaglio si stia per avvicinare. Recatevi in ospedale anche se la fine della gestazione è lontana ma le contrazioni sono profonde e regolari: una visita di controllo è quel che ci vuole.