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Bresaola in gravidanza e rischio toxoplasmosi

bresaola

Quando una donna intraprende un percorso di gravidanza, sono numerose le domande che vengono poste sulle potenziali rinunce durante la dolce attesa. Una di queste, riguarda la bresaola in gravidanza, che molti medici consigliano di accantonare in questo periodo o, comunque, sottoporre a una cottura per poter eliminare il rischio di contrarre la toxoplasmosi, potenzialmente pericolosa per la salute del bambino. Ma come si può prevenire l’infezione con una giusta alimentazione?

Iniziamo con il ricordare che la toxoplasmosi è un’infezione causata da un microrganismo chiamato Toxoplasma gondii. Spesso gli adulti non si rendono nemmeno conto di aver contratto questa malattia, considerato che i suoi sintomi sono generici (mal di testa, stanchezza, dolori muscolari, ecc.). Inoltre, una volta contratta, lascia un’immunità permanente, e dunque non si corre più il rischio di ammalarsi. Di contro, contrarre la toxoplasmosi può essere molto pericolosa per il bimbo, perchè può passare al feto attraverso la placenta, con conseguenti potenziali pregiudizi.

Per fortuna all’inizio della gravidanza è difficile che il toxoplasma arrivi al feto, ma se questo succede, i rischi possono essere anche seri: per esempio aborto spontaneo, malformazioni, danni al sistema nervoso centrale che possono portare a ritardo mentale o a epilessia oppure lesioni agli occhi che possono provocare cecità” – spiega qui Irene Cetin, responsabile dell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia presso l’Ospedale Luigi Sacco di Milano e Professore dell’Università di Milano – “Viceversa, verso la fine della gravidanza il passaggio attraverso la placenta è più facile, ma a quel punto i rischi possibili sono minori“.

Per questi motivi per poter sapere se si è immuni o sensibili all’infezione, è consigliato effettuare un semplice esame del sangue che consente di rilevare la presenza di anticorpi contro questa malattia. Il test può essere effettuato anche prima del concepimento o, se si preferisce, nell’ambito della prima serie di esami che viene consigliata alla mamma durante la prima visita della gravidanza. Se la donna è immune, può stare tranquilla per tutti i nove mesi.

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Ma come evitare la toxoplasmosi?

Ricordando che l’infezione può essere contratta solamente se si ingerisce il parassita (che può essere presente nelle carni di animali infetti, nelle feci di gatto e nel terreno in cui abbia defecato un gatto, e su frutta e verdura, ne deriva che è bene evitare di mangiare verdura curda (meglio lavarla abbondantemente e con cura).

Per quanto attiene la carne, bisogna consumarla sempre cotta. Vietate pertanto le bistecche al sangue o il carpaccio. Vietato anche assaggiare carne cruda e o semicruda, come può essere la bresaola. Sono infatti vietati anche prosciutto crudo, salame, speck, wurstel.

Tra gli altri consigli, buona regola è lavare bene le mani con acqua e sapone, dopo aver maneggiato carni o verdure crude. Non si ha alcun rischio toxoplasmosi invece con il pesce crudo come il sushi (anche se il pesce crudo è meglio evitarlo in gravidanza perchè può contenere altri germi come la salmonella). Per le stesse ragioni di cui sopra non è vietato il giardinaggio, ma è bene mettersi i guanti e lavare sempre accuratamente le mani al termine dei lavori, per poter evitare il contatto diretto con il terreno che potrebbe essere stato contaminato dalle feci di animali infetti.

Ma cosa accade se la mamma ha contratto la toxoplasmosi in gravidanza? In questi casi, viene sottoposta subito a una terapia antibiotica che riduce il rischio di trasmissione al feto dell’infezione e che nell’ipotesi in cui la trasmissione sia già avvenuta può ridurre il rischio di gravi conseguenze. Con le attuali possibilità di trattamento, il 90% dei bimbi che contraggono l’infezione nasce senza sintomi evidenti.