Storie di vita

Bimbo disabile abbandonato nello sgabuzzino: oggi non va più a scuola!

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Qualche mese fa aveva creato molto scalpore la vicenda di Alessio, un bimbo affetto da disabilità che era stato “relegato” in uno sgabuzzino. Una vicenda sorta il 19 novembre 2015, quando la mamma di Alessio, Cristina, decise di postare una foto del figlio per mostrare a tutti la sua indignazione. “Arrivo a scuola di mio figlio senza preavviso e trovo davanti ai miei occhi questo lager” – scriveva la mamma, inoltrando una foto in cui il figlio Alessio era abbandonato in una zona di sostegno sporca, in cui faceva bella evidenza un telo giallo utilizzato per cambiargli il pannolino.

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Ebbene, la vicenda non è purtroppo finita qui. Perché non solo non si è provveduto a dare una dignitosa sistemazione a un bimbo che avrebbe il diritto a ricevere un trattamento opportuno, ma si è addirittura lasciato che il bimbo non andasse più a scuola. Alessio infatti non è ancora tornato nel suo istituto scolastico perché – afferma Cristina – “Arrivo a scuola di mio figlio senza preavviso e trovo davanti ai miei occhi questo lager”.

Dalle parole di Cristina emerge come poco si sia fatto per cercare di smuovere questa situazione, e che gli unici ringraziamenti debbano essere inoltrati alla sola Anffas, la onlus specializzata nell’assistenza di ragazzi con disabilità, che sta assistendo Alessio in questo delicato passaggio. Nell’unico incontro che l’associazione ha avuto con la scuola, risalente ai primi dello scorso dicembre, la scuola non avrebbe fornito risposte sostanziali, né un contatto per poter presentare un idoneo progetto per l’educazione di Alessio.

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“Alessio ha bisogno di una struttura idonea con all’interno delle insegnanti competenti che possano accudirlo. I servizi igienici devono essere adeguati a mio figlio, con qualcuno che possa cambiarlo e lavarlo. Ci sono delle leggi in merito, chiedo solo che vengano rispettate” – aggiunge ancora la donna, che si è sempre battuta per esprimere chiaramente i bisogni e le necessità di un bimbo affetto da una paralisi celebrale infantile, e dunque costretto su una sedia a rotelle.