Un po’ di ansia e di tensione psicologica durante la gravidanza è una situazione non solo molto diffusa, quanto anche normale, visto e considerato che la donna si trova ad affrontare una lunga serie di sconvolgimenti fisici ed emotivi. Dunque, è bene ricordare che la futura mamma oltre a fare i conti con nausee, mal di schiena, e altri elementi fisici, dovrà fronteggiare uno stato di preoccupazione per sé stessa e per il bimbo, che creerà vari livelli di ansia in gravidanza, con i quali è consigliabile prendere un po’ di confidenza, per reagire correttamente e vivere in modo più sereno la propria condizione.
Anzitutto, ricordiamo che non è necessario intervenire in caso di timori e preoccupazioni della donna. Può invece essere utile assumere dei provvedimenti quando l’ansia diventa patologica, ovvero limita la capacità di adattamento, tanto che la donna non è più capace di affrontare le paure, fino a provocare uno stato di sofferenza costante. In queste ipotesi è altresì bene cercare di distinguere quali siano i cambiamenti indotti dalle variazioni ormonali, da quelli indotti dalle preoccupazioni che la donna può maturare nel corso di questi mesi (ad esempio, sul “nuovo” rapporto di coppia, o sulla propria forma fisica).
Introdotto quanto precede, è bene cercare di assumere dovuta confidenza con i tradizionali sintomi dell’ansia in gravidanza, talmente pronunciata dal potersi trasformare in psicologia: si pensi ad esempio a uno stato di insonnia frequente e prolungata, a un senso di paura che può impedire lo svolgimento di normali attività, alla tachicardia, alle sudorazioni improvvise, a veri e propri attacchi di panico.
In questi casi, e non solo, intervenire prontamente per poter ripristinare una corretta situazione di benessere, è indicato non solamente per la salute della mamma, quanto anche per quella del feto: una patologia ansiogena può infatti provocare e favorire parti prematuri, ritardo nella crescita del feto, condizionamento del rapporto tra madre e nascituro.
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Dunque, al primo accenno di ansia in gravidanza, è sempre meglio parlarne con il proprio medico. Insieme a lui sarà possibile individuare la migliore terapia per poter interrompere l’emergere e il diffondersi di tutti i sintomi più tipici di questa condizione, e ritrovare pertanto in maniera immediata e graduale un giusto benessere che vi permetterà di affrontare con la necessaria tranquillità alcuni dei mesi più importanti della vostra vita. Solamente in pochi e più gravi casi sarà necessario intervenire con i farmaci.