La storia di Alessandra arriva da Abano Terme e contribuisce, ancora una volta, a fungere da testimonianza reale di come anche le malattie più serie possano essere contrastate e battute.
Affetta da leucemia, la giovane ha affidato a un cartellone postato su Facebook un messaggio chiaro: “Vaffa, leucemia ho vinto io“. Una degna conclusione di un iter piuttosto difficile, che tuttavia fungerà da slancio per nuove sfide: Valentina vuole infatti iscriversi alla facoltà di Medicina per cercare di dare il proprio contributo a chi, come lei, ha dovuto attraversare fasi molto difficili della propria vita.
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“Due anni fa ero in seconda media. L’8 marzo 2013 è un giorno che non scorderò mai. Mi è comparsa la febbre, avevo la gola gonfia, non riuscivo nè a mangiare nè a bere. Il medico pensò fosse una banale influenza e mi somministrò degli antibiotici, ma non successe nulla. Mi prescrisse allora gli esami del sangue: li feci prima ad Abano, poi a Padova. I clinici presero mia mamma e la portarono in una stanza dove le dissero cosa avevo e cosa avrei dovuto fare, poi si rivolsero a me e mi condussero in un ambulatorio dove mi fecero l’aspirato midollare. Venni ricoverata per iniziare le chemioterapia, ma continuavo a non capire: non mi avevano detto subito cosa avevo ma mi avvisarono che avrei dovuto perdere i capelli” – rivela la giovane, che oggi guarda con maggiore serenità al suo triste passato.
All’epoca della notizia Alessandra viveva un dramma. Sapeva tuttavia che i genitori e gli amici le sarebbero comunque stati vicini. “Un giorno – ricorda la ragazza – il mio medico preferito mi disse: «Alessandra devo dirti una cosa… hai la leucemia». Io risposi: «Davvero? Pensavo di avere qualcosa di peggio»”.
“Non dimenticherò mai quella conversazione. Ridevo perchè ero felice ma ero una bambina e non sapevo cosa significava avere un tumore, non mi sarei mai immaginata che sarei stata così male. Sono stata tanto male ma da una parte mi sono anche divertita: ho conosciuto ragazzi e bambini che mi hanno fatto capire il senso della vita. Nei loro occhi – dice Alessandra – vedevo la loro voglia di vivere e il dolore che provavano ma nessuno lo faceva pesare. Penso ci sia più amore in ospedale che quanto ce ne sia fuori. È stata una esperienza a suo modo bella, sicuramente indimenticabile”.
Quindi, la bella conclusione. Con la leucemia che diventa un ricordo passato, e la professione di medico che diventa un obiettivo futuro.