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WhatsApp, quelle emoticon sotto accusa: “Sviliscono le donne”

 

Non vi è mai capitato di voler invitare un amico a ballare via sms e di non trovare nella lista degli emoticon del vostro smartphone un’icona che ritragga un ballerino? Eppure, nella lista degli ideogrammi sul cellulare, quello della ballerina di flamenco non solo c’è, ma è anche uno dei più utilizzati. Con lei non mancano altri emoticon al femminile tipo le conigliette, la sposa, la donna dal parrucchiere che fa la piega o il taglio. Al contrario, se si parla di simboli al maschile, ecco spuntare poliziotti, investigatori con la lente alla Sherlock Holmes, un omino che corre e un altro che cammina. E voilà, lo stereotipo è servito. La deduzione è fin troppo semplice: gli emoticon sono maschilisti oltre che antiquati.

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emticon dentroUn’osservazione sollevata sul New York Times dalla scrittrice Amy Butcher, saggista e scrittrice americana,  che racconta di aver inviato un messaggio di congratulazioni a un’amica e di essersi resa conto, mentre aspettava la risposta di lei, di non aver trovato un emoticon al femminile adatto alla situazione, per la presenza di stereotipi maschilisti. A questo punto nasce spontanea un’osservazione: possibile che gli strumenti simbolo della rivoluzione tecnologica della comunicazione, gli smartphone, offrano un campionario così retrogrado di ideogrammi?

emoticon dentroSul tema interviene il filosofo e accademico Maurizio Ferraris attraverso un articolo su Repubblica: lo studioso per approfondire l’argomento, ricorre a un concetto di Hegel: la scrittura albetica descrive i mutamenti meglio dei simboli. Questi ultimi “sono sempre inadeguati rispetto alle necessità espressive, soprattutto, sembrano manifestare degli stereotipi”, scrive Ferraris su Repubblica. Ma, senza scomodare la filosofia, se si parla di maschilismo forse c’è poco da stupirsi se gli emoticon sono così stereotipati, perché forse sono solo il riflesso di un pensiero persistente nella nostra società.