Gravidanza

Un’anestesia che si respira: arriva in sala parto una alternativa all’epidurale

 

Partorire respirando gas. Entrato da un paio d’anni in alcune sale parto italiane, è un gas innocuo che, inalato durante il travaglio, consente di alleviare il dolore delle contrazioni e di affrontare il parto con minore ansia, grazie al suo effetto analgesico, ansiolitico e lievemente euforizzante. Un’alternativa in più all’epidurale, per un parto che sia sempre meno doloroso per la mamma.

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gas

In sala parto arriva un nuovo anestetico che si inala. E’ il protossido d’azoto, un gas che miscelato in parti uguali con l’ossigeno, agisce sul sistema nervoso centrale, stimolando la produzione di endorfine e consentendo alla partoriente di rilassarsi, alleviare il dolore del travaglio e dell’espulsione. Lo propone il reparto di Ostetricia e ginecologia dell’Istituto clinico Città di Brescia come “un’alternativa sicura e non invasiva all’epidurale”.

Un analgesico ‘on-demand’: “L’aspetto più interessante dell’utilizzo del protossido d’azoto – spiegano i ginecologi – è che la partoriente può decidere quando azionare la valvola che regola il fluire del gas nella mascherina posizionata su naso e bocca. La futura mamma è quindi libera di tenere sotto controllo il proprio livello di dolore in modo autonomo e mirato”. In sala parto, però, il protossido d’azoto non viene mai utilizzato puro, ma miscelato al 50% con ossigeno.

L’effetto del gas è rapido, ma svanisce anche rapidamente ed è meno efficace di una epidurale, ma anche meno invasivo, poiché non viene metabolizzato dall’organismo e quindi viene eliminato in tempi brevi. Per questa ragione le inalazioni vanno ripetute in tempi ravvicinati o al bisogno. Gli esperti assicurano che “non presenta effetti collaterali o rischi per mamma e bambino proprio perché ha dei tempi , e il suo utilizzo può anche essere prolungato durante il travaglio. “La partoriente rimane sveglia e vigile, non perde mai la propria mobilità e ha il controllo della propria muscolatura quindi può partecipare attivamente a tutte le fasi del travaglio e non perdersi nemmeno un minuto dell’esperienza di diventare madre”.

Perché da noi il gas esilarante è ancora poco diffuso?
In Italia fino ad un paio di anni fa il protossido d’azoto non era registrato come farmaco ma come gas medicale, perciò il suo uso era limitato solo alle sale operatorie. Oggi con la nuova formula in bombole al 50% di ossigeno e la somministrazione ‘on-demand’, non solo il gas esilarante è potuto entrare in sala parto, ma è stato autorizzato anche negli studi dentistici per quei pazienti, soprattutto bambini, che hanno paura delle cure odontoiatriche.