Lo studio, condotto da Cara Ebbeling, PhD, direttore associato e da David Ludwig, MD, direttore del Hospital New Balance Foundation Obesity Prevention nel Centro di Boston per bambini, valuta le diete che riducono l’aumento degli zuccheri nel sangue dopo un pasto – a basso indice glicemico o molto-basso contenuto di carboidrati.
Lo studio mostra come una dieta a basso indice glicemico abbia analoghi benefici metabolici rispetto ad una dieta molto povera di carboidrati, senza effetti negativi quali lo stress e l’infiammazione che si riscontrano nei partecipanti che seguivano una dieta a basso o nullo consumo di carboidrati.
Lo studio ha dimostrato che dopo una iniziale perdita di peso, il tasso con il quale le persone bruciavano le calorie (noto come dispendio energetico) diminuiva, facendo rallentare il metabolismo. Un minor dispendio energetico aumentava la difficoltà di mantenimento del peso e spiega il perché le persone tendono a riconquistare il peso perduto. Così, la ricerca condotta da Ebbeling e Ludwig ha dimostrato i vantaggi di una dieta a basso carico glicemico per ottenere una maggiore perdita di peso e per prevenire il diabete.
“Una caloria non è sempre una caloria e può incidere diversamente in relazione alla dieta scelta” spiega David Ludwig direttore del centro di prevenzione dell’obesità dell’ospedale americano che ha diretto la ricerca. “Abbiamo indagati gli effetti delle diete nel lungo termine perché solo 1 persona su 6 mantiene il 10 % del peso forma nel lungo periodo. Gli altri riprendono tutti i chili persi. Abbiamo confrontato 300 calorie di base per tutte le tre diete e visto che innescano reazioni biologiche molto diverse. Se si eliminano i grassi il dimagrimento rallenta, meglio eliminare i carboidrati raffinati e lasciare i grassi ‘buoni’ abbinandoli a carboidrati integrali, verdure e legumi come indica la dieta a basso indice glicemico”, hanno concluso i ricercatori.
