Cristina Mattioda, ex insegnante di 65 anni di Castellamonte, in provincia di Torino, è stata assolta dall’accusa di ©micidio perché ritenuta incapace di intendere e volere: un anno fa soffo©ò nel sonno il fratello Mauro serr@ndogli la testa in un sacchetto di plastica e tentò di fare la stessa cosa nei confronti del padre, un uomo di 92 anni malato di Alzheimer che diede fondo a tutte le sue energie e riuscì a reagire, salvandosi da m©rte certa.
Ebbene, secondo il giudice Stefania Cugge, Cristina Mattioda non è imputabile perché al momento del fatto – avvenuto l’11 novembre del 2017 – non era capace di intendere e di volere. L’ex professoressa, difesa dal suo avvocato Franco Papotti, è stata ritenuta comunque socialmente pericolosa e per questa ragione dovrà essere seguita da una struttura adeguata.
Era stato lo stesso pubblico ministero titolare dell’inchiesta per ©micidio e tentato ©micidio, Lea Lamonca, a chiedere in accordo con la linea della difesa – che aveva chiesto il rito abbreviato – che l’imputata venisse assolta. La sentenza è stata emanata questa mattina a Ivrea.
La donna soffriva di depressione, la stessa patologia di cui soffriva il fratello malato anche di diabete. Mattioda era rimasta la sola a prendersi cura della vittim@ e del papà, ormai non era più autosufficiente. Subito dopo l’omi©idio aveva confessato di averlo fatto per disperazione.