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Uccide la madre e ne cuoce i resti prima di mangiarli. Condannato a 30 anni il “cannibale di Salerno”

 

Quando nel luglio del 2014 la polizia fece irruzione in quell’appartamento in via Martuscielli a Torrione, in provincia di Salerno, si ritrovò davanti all’orrore puro. Ora  è stato condannato a 30 anni di carcere. Da scontare in una struttura di Avellino. Ecco cosa fece, due anni fa e come lo trovarono.

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La polizia ricevette una segnalazione anonima per un terribile forte odore di gas, che proveniva da quella abitazione.

È stato soprannominato “il cannibale di Salerno” Lino Renzi, l’uomo che, due anni fa, uccise a calci e pugni la madre Maria Pia Guariglia e infierì sui suoi resti. Renzi era nudo nel suo letto. Nel bagno quel che rimaneva del corpo senza vita della madre. In cucina, sulla griglia, le viscere della 78enne stavano cuocendo a fuoco lentoNel congelatore un piede della donna: “Volevo distruggerla e poi ricostruirla” disse, giustificando il suo tentativo di ricucire il piede della madre, tirandolo fuori dal congelatore dove lo aveva riposto. Cinque mesi dopo arrivò la confessione: il matricida dichiarò anche di essersi cibato dei resti della madre.

Ricoverato nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Aversa e poi rinchiuso nel Rems, la residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza di Vairano Patenora, in provincia di Caserta, Renzi è stato dichiarato “infermo e socialmente pericoloso“. Sua madre era ben consapevole dei suoi problemi, e l’ultima lite tra i due era scaturita all’ennesima richiesta da parte della donna di farsi ricoverare. Il gip del tribunale di Salerno, Elisabetta Boccassini, ha condannato il matricida a 30 anni di reclusione: Renzi potrà dirsi di nuovo un uomo libero a 78 anni.