La notizia buona è che grazie a terapie efficaci e campagne di prevenzione sono aumentate del 24% in 7 anni le persone vive dopo la scoperta della malattia. Quella cattiva è che i casi di cancro in Italia continuano ad aumentare: sono 369mila, in crescita, i nuovi casi di tumore stimati nel 2017 in Italia. Ma oltre il 40% sarebbe evitabile attraverso corretti stili di vita e screening, mentre è boom di cancro al polmone fra le donne. Cambia anche la geografia della malattia: al Nord ci si ammala di più ma al Sud si sopravvive di meno. Sono i dati del censimento ufficiale, giunto alla settima edizione, realizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dell’Associazione Italiana Registri Tumori (Airtum) e della Fondazione AIOM, raccolto nel volume ‘I numeri del cancro in Italia 2017’, presentato al ministero della Salute. I casi stimati nel 2017 sono 192.000 fra i maschi e 177.000 fra le femmine, nel 2016 erano 365.800. (Continua dopo la foto)
Come riporta il Messaggero, la ricerca indica un vero e proprio boom di cancro del polmone fra le donne: 13.600 nel 2017 (+49% in 10 anni), dovuto alla forte diffusione del fumo fra le italiane. Crescono in entrambi i sessi anche quelli del pancreas, della tiroide e il melanoma. In calo, invece, le neoplasie allo stomaco e al colon-retto, grazie anche alla maggiore estensione dei programmi di screening. E oggi oltre 3 milioni e trecentomila cittadini (3.304.648) vivono dopo la diagnosi, addirittura il 24% in più rispetto al 2010. (Continua dopo le foto)
«L’incidenza è in netto calo negli uomini (-1.8% per anno nel periodo 2003-2017), legata principalmente alla riduzione dei tumori del polmone e della prostata, ed è stabile nelle donne, ma si deve fare di più per ridurre l’impatto di questa malattia, perché oltre il 40% dei casi è evitabile – afferma Carmine Pinto, presidente Aiom -. Ormai è scientificamente provato che il cancro è la patologia cronica che risente più fortemente delle misure di prevenzione. Migliaia di studi condotti in 50 anni hanno dimostrato con certezza il nesso di causalità fra fattori di rischio quali gli stili di vita sbagliati (fumo di sigaretta, sedentarietà e dieta scorretta), agenti infettivi, a cui può essere ricondotto l’8,5% del totale dei casi, esposizioni ambientali e il cancro».