Appena nato ha già stabilito un record: è il primo bimbo concepito negli Usa con fecondazione assistita successiva a trapianto di utero. Ed è venuto alla luce Texas. Questo tipo di intervento, come riporta Adnkronos, ha debuttato nel 2012 a Göteborg, in Svezia (il primo bebè al mondo figlio di una madre con utero trapiantato era venuto alla luce proprio nel Paese scandinavo nel settembre 2014), e secondo gli ultimi dati diffusi ha già permesso 8 nascite. Ora si aggiunge alla lista anche quella americana, annunciata dal ‘Time’ e rimbalzata sui media internazionali, confermata da fonti ufficiali del Baylor University Medical Center di Dallas. Proprio in questa struttura la madre del piccolo, sul quale non sono stati ancora diffusi dettagli, si è sottoposta al trapianto di utero. La donna era nata infatti senza l’organo. Una conferenza stampa sul lieto evento è annunciata per lunedì 4 dicembre. (Continua dopo la foto)
Ecco le parole dell’esperto: “Facciamo trapianti di continuo, tutti i giorni – ha dichiarato Giuliano Testa, a capo della sperimentazione in corso al Baylor Center – Ma questa non è la stessa cosa”, e prima di realizzarla l’esperto aveva “completamente sottovalutato ciò che questo tipo di trapianto significa per queste donne. Quello che ho imparato emotivamente non riesco a descriverlo a parole”. Tutto il team coinvolto nel programma ha assistito al primo parto: un cesareo pianificato al termine del quale il bambino è stato consegnato alla sua mamma “sano e ‘urlante'”. L’American Society for Reproductive Medicine parla di “un’altra pietra miliare nella storia della medicina riproduttiva”. (Continua dopo le foto)
Ma non finisce qui: la stessa clinica di Dallas sta seguendo anche un’altra paziente che è riuscita a ottenere una gravidanza dopo un trapianto d’utero. Diversi gli interventi effettuati sinora dall’ospedale, alcuni dei quali non andati a buon fine, con la necessità di rimuovere l’organo. L’utero da trapiantare può provenire da cadavere o da vivente e lo studio in corso al Baylor Center li utilizza entrambi. Diverse le modalità di donazione: ‘altruistica’, ovvero da parte di donne estranee alle pazienti come nei casi trattati dalla struttura texana; oppure come in Svezia può avvenire da parenti strette.