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Tra qualche anno avremo una esplosione di ragazzi con gli apparecchi acustici: l’allarme lanciato dai medici per i giovani dai 12 anni in su

 

Il bombardamento di decibel ai quali si sottopongono i ragazzi tra Mp3, discoteche, concerti e stereo in auto con il volume a tavoletta fanno sempre più danni anche qui da noi, in Italia. L’ultimo studio «Eurotrack 2015» dice che un italiano sui dieci ha problemi di udito e che tra i giovani il fenomeno è in forte aumento: il 4,2%, quasi uno su quattro dei giovani tra i 15 e i 24 anni non ci sente più bene. Solo tre anni prima erano il 3%. In pratica un aumento del 25% a stretto giro. Se poi si somma anche il 2,2% di adolescenti si arriva a circa mezzo milione di ragazzi che rischiano di girare con l’apparecchietto acustico prima di aver messo i capelli bianchi.

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Il problema è universale, anche se poi si manifesta soprattutto nei Paesi dove acquistare una cuffietta o andare in discoteca non è un lusso per pochi. A rischio per sovraesposizione ai decibel sarebbero oltre un miliardo di ragazzi, denuncia l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità. Nei Paesi a medio e alto reddito la metà dei ragazzi tra i 12 e i 35 anni è inseparabile da smartphone e dispositivi musicali vari, che per di più non usa a volume di sicurezza. Un altro 40% è esposto a livelli sonori potenzialmente dannosi in locali notturni, concerti o eventi sportivi.

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A guadagnarsi la palma dell’inascoltabilità è la musica dal vivo, che con i suoi 115 decibel non andrebbe tollerata oltre i 28 secondi. Il fatto è che sopra gli 80 decibel le nostre orecchie iniziano ad avere problemi ma la soglia del dolore è a quota 120, per alcuni anche 150, così spesso ci si accorge del danno quando è troppo tardi. Per risolvere il problema l’Oms consiglia di seguire la regola del 60: musica mai superiore a 60 decibel e per non più di 60 minuti al giorno.