Nel corso dei primi due anni di vita, i bambini compiono progressi spettacolari; prima ci aspettiamo che parlino poi che imparino a camminare da soli. C’è tutto un significato simbolico dietro il veder camminare un figlio da solo. Un momento salutato con entusiasmo dai genitori e da dolorosissimi mal di schiena, per sorreggerli. Infatti dietro questo importante traguardo sono presenti mesi e mesi di lavoro da parte del genitore e del piccolo. In genere si arriva al camminare intorno all’anno di età dopo alcune fasi: ecco quali sono quelle che la pediatria individua come normali. poi ogni bambino ha i suoi tempi e i suoi modi per raggiungere l’obiettivo.
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Rotolamento e scivolamento Prima di gattonare, un bambino deve affrontare altre fasi di sviluppo motorio: il rotolamento (intorno ai quattro mesi) e lo strisciamento (dai cinque mesi circa). Queste forme di movimento facilitano l’avvio del gattonamento e favoriscono la curiosità del neonato: se vuole prendere qualcosa, impara che è possibile raggiungerla autonomamente.
Gattonamento In genere i bambini imparano a gattonare intorno all’ottavo/decimo mese dalla nascita; iniziano alzandosi sulle ginocchia e dondolandosi avanti e dietro, per poi lanciarsi e iniziare a muoversi. Ma questo non è l’unico modo: alcuni praticano la posizione dell’orso, spostandosi su mani e piedi, altri trascinandosi da seduti. In questo modo, il bambino è finalmente libero di esplorare, sviluppando la sua identità e la saziando la sua curiosità. In questo momento di scoperte, la mamma deve assicurarsi che il bambino si trovi a muoversi in un ambiente sicuro e lontano dai pericoli, dove possa divertirsi senza paura di farsi male.
Sicuramente il gattonare giova al bambino in quanto lo aiuta nello sviluppo dell’equilibrio e nell’avviarsi del movimento. Questo però non significa che coloro i quali saltano la tappa del gattonamento, non raggiungano allo stesso modo un ottimo sviluppo motorio e cognitivo.